Mi chiamo Faouzi ho 28 anni e sono nato nel dicembre del 1982. Ho due genitori, sette fratelli e una sorella e sono io che mantengo la mia famiglia.
In Tunisia non si muore di fame. Con un euro compri tante cose, non come qui, però la situazione è pesante, la polizia terribile.
Io vengo da Kasserine nelle montagne. Ai piedi del monte Djebel Chambi e precisamente a circa 10 chilometri dal confine con l’Algeria. Sono muratore.
In Tunisia guadagno 1o dinari per una giornata di lavoro. I vostri 5 euro. Il problema è che un mese lavori dieci giorni, un mese venti, il mese dopo non lavori.
E sono io che mantengo la famiglia.
Mio fratello Nabil ha 30 anni, lui è medico. E’ laureato da 8 anni e sono 8 anni che sta a casa. Non lavora. Non trova lavoro. In Tunisia ci sono troppi medici, la disoccupazione dei laureati è alle stelle. Certo se volesse pagare 20 mila dinari, lavorerebbe di sicuro. Corruzione e nepotismo assumono tutto l’anno.Leggi tutto “La storia di Faouzi.”
Invitato da Giovanna Rosi allo spazio migranti si parla del TGN Mattina di Telenord si parla dei tunisini arrivati in settimana a Genova.
L’intervista è tagliata sul finale, ma il senso dell’intervento si coglie: chi emigra lo fa per soddisfare necessità economiche e individuali come la costruzione di un proprio futuro in un paese che possa offrire maggiori opportunità di quello di provenienza.
Postilla: Se l’Assessore alle politiche sociali del Comune Roberta Papi pensa che Genova sia come Lampedusa le consigliamo di trascorrere il resto del suo mandato di amministratore pubblico nell’isola siciliana a farsi un sano corso di formazione al fenomeno migratorio sul campo.
Invitato da Giovanna Rosi allo spazio migranti si parla del TGN Mattina di Telenord si parla dei tunisini arrivati in settimana a Genova.
L’intervista è tagliata sul finale, ma il senso dell’intervento si coglie: chi emigra lo fa per soddisfare necessità economiche e individuali come la costruzione di un proprio futuro in un paese che possa offrire maggiori opportunità di quello di provenienza.
Postilla: Se l’Assessore alle politiche sociali del Comune Roberta Papi pensa che Genova sia come Lampedusa le consigliamo di trascorrere il resto del suo mandato di amministratore pubblico nell’isola siciliana a farsi un sano corso di formazione al fenomeno migratorio sul campo.
Invitato da Giovanna Rosi allo spazio migranti si parla del TGN Mattina di Telenord si parla dei tunisini arrivati in settimana a Genova.
L’intervista è tagliata sul finale, ma il senso dell’intervento si coglie: chi emigra lo fa per soddisfare necessità economiche e individuali come la costruzione di un proprio futuro in un paese che possa offrire maggiori opportunità di quello di provenienza.
Postilla: Se l’Assessore alle politiche sociali del Comune Roberta Papi pensa che Genova sia come Lampedusa le consigliamo di trascorrere il resto del suo mandato di amministratore pubblico nell’isola siciliana a farsi un sano corso di formazione al fenomeno migratorio sul campo.
Sono arrivati. Sono in Sala chiamata del Porto della CULMV. I profughi sono a Genova. Sono circa 50 persone, tunisini, i più sono giovani di venti, trent’anni, ragazzi con idee e convinzioni che danno il senso del loro peregrinare e occhi, occhi vivi, con la sete di un futuro che si costruiranno in ogni modo. Come è giusto che sia per ogni giovane di questa terra. In fondo, per loro che hanno attraversato il mare sopra i legni visti in tutte le immagini televisive, stracarichi (uomini, donne, bambini) con magari in tasca qualche spiccio e in pegno la speranza promessa ai loro cari, essere arrivati a Genova piuttosto che un’altra città italiana, sembra un particolare. Ormai il più è fatto. Sono stanchi, ma non è un problema: sono sani e sono salvi. E adesso comincia il viaggio di terra. Quello che porterà questi ragazzi, a confrontarsi con le contraddizioni della Fortezza Europea. Solidarietà e paura, che si scalzano a vicenda, relazioni umane e propaganda dell’invasione. Leggi tutto “Tunisini di Genova.”