I suicidi in carcere? Arma di ritirata strategica. Di Vincenzo Andraous.

Che succede nei carceri italiani, dove agli slogan intransigenti dei giustizieri della politica si sovrappongono statistiche di dura schiettezza? Morti, suicidi, atti di autolesionismo..

Sul carcere è scesa nuovamente una cappa fumogena, una sorta di comando a non  rendere troppo eccessiva la pietà, in fin dei conti è tutto nello stato naturale delle cose, la ferraglia arrugginita  è ben custodita, non vale la pena dedicare tempo e denaro, certo meglio impegnarsi su altri fronti, più redditizi in termini di visibilità e consenso.

Questa è la sintesi su cui poggia l’intero impianto penitenziario italiano, il sentire comune sul carcere, che trasforma il diritto dei principi fondamentali in optional da sbandierare a comodo,  che non interpellano la nostra coscienza, sul ruolo,  sull’utilità, la stessa pena che alberga drammaticamente all’interno delle sue celle.

Disquisizioni, chiacchiericcio ruminante, quasi a voler  affermare che nelle galere non entra nessuno, non ci rimane alcuno, non esistono neppure condanne scontate, non si trovano uomini e donne alla catena, è tutta una bufala raccontata male.

Ora d'aria. Foto di Sabrina Losso.

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Archiviato il volo dalla caserma.

Archiviato. Il caso di Farid Aoufi, l’algerino volato dalla finestra della stazione dei carabinieri di piazza Fossatello in pieno centro storico, nel novembre del 2008, è chiuso.

La caserma di piazza Fossatello dove Farid Aoufi ha perso la vita il 6 novembre del 2008

La titolare del procedimento, il giudice Francesca Nanni, recentemente trasferitasi alla procura di Cuneo, non ha avuto dubbi tali da decidere di proseguire le indagini. La versione giudiziaria definitiva sarà dunque quella del suicidio di un ladro con numerosi precedenti penali che in un attimo di raptus e con traccie di cocaina ha deciso di concludere la sua esistenza mezzo finestra. La moglie Sandra, a un anno e sei mesi da quel giorno, ribadisce invece con convinzione la propria idea: “Non ci credo che mio marito si sia buttato da solo, io non mi voglio arrendere. Anche il nostro medico legale ha affermato che i referti non contenevano traccie di cocaina: Farid non era sotto stupefacenti quel giorno. Perché si sarebbe dovuto buttare?”

A questa domanda probabilmente nessuno potrà più dare risposta.

Per approfondimento su questa vicenda:

Stefano Cucchi, Farid Aoufi e i secondini di Teramo. Leggi tutto “Archiviato il volo dalla caserma.”

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Libertà una prostituta. Di Vincenzo Andraous

Questo lavoro si inserisce all’interno di un’inchiesta del Secolo 21 sui disturbi del comportamento nell’adolescenza.

Edgar Degas " L'assenzio".

Bulli, droga, adolescenti in affanno e adulti in preda al panico, comunicazione balbuziente e mala gestione dei conflitti che degenerano, insomma un effetto trascinamento che non assolve nessuno, anzi crea le basi per sempre nuove drammaticità.

Siamo abituati a vedere e pensare agli effetti causati dalla droga, quella dei composti chimici,  dei derivati, delle sostanze dai nomi bizzarri, e non ci accorgiamo di quanto sta accadendo e sbancando alle fondamenta la nostra società di primi della classe. Leggi tutto “Libertà una prostituta. Di Vincenzo Andraous”

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La libertà non è uno spazio libero. Di Vincenzo Andraous

Ancora uomini a morire, ancora giovani a cadere, numeri che si accatastano in una fossa comune, dove la somma dei cadaveri non crea che qualche fastidio passeggero, usato per non concedere spazio alla pietà.

I detenuti presenti sono 160: 80 donne e 80 uomini

In carcere si muore: è una continua discesa all’inferno, forse non è più praticabile alcuna osservazione e trattamento del recluso, alcun progetto di ricostruzione interiore, se non fosse per l’eroicità di qualche Direttore, Agente, Operatore penitenziario.

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Spunti per la redazione di un articolo sui suicidi giovanili.

IL SUICIDIO GIOVANILE,  APPUNTI PER UNA RIFLESSIONE SUL FUTURO DEI RAGAZZI ITALIANI.

I ritmi imposti dalla crisi, dalla concorrenza globale, dalla sfida rappresentata dalle economie che proliferano sulla deregolamentazione del mercato del lavoro, hanno effetti diretti sulla natura dell’essere umano del XXI secolo: relegano gli ambiti privati di ciascun individuo ad esaurirsi in scampoli di riflessione azzardati, momenti di verifica personale limitati dalla necessità contingente, l’esterno e il materiale sopraffanno l’intimità del pensiero e della disposizione al pensiero, mentre gli slogan provenienti dalle agenzie sociali preposte semplificano eccezionalmente la questione.

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