L’ora di stupefacenti: per una nuova pragmatica scolastica. Di Carlos Rafael Esposito

Nelle scuole italiane i ragazzi si drogano.

Come affrontare questa evidenza, senza la solita dose di paternalismo ipocrita?

Ca c'est ne pas un joint

Come invertire la tendenza che porta frequentemente tanti adolescenti a voler cercare nuovi percorsi portandoli spesso a scoprire quelli più pericolosi? In che modo fornire le basi per scongiurare reiterate tragedie familiari che con l’informazione disponibile ai giorni nostri dovrebbero essere notevolmente diminuite?
La scuola, eterno cruccio di generazioni di giovani adulti che si accingono a diventare uomini. All’interno delle scuole i ragazzi socializzano, imparano a scegliere e fanno, in un certo senso, le prime esperienze che nel bene e nel male li porteranno ad essere gli uomini che saranno.

Fra le altre cose, all’interno della scuola, gli adolescenti fanno il loro incontro con il mondo degli stupefacenti, legali ed illegali, e proprio la delicatezza della loro età e il potenziale distruttivo di queste sostanze sono il tema attorno al quale ruota questa riflessione. Leggi tutto “L’ora di stupefacenti: per una nuova pragmatica scolastica. Di Carlos Rafael Esposito”

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Il Parlamento italiano e gli stupefacenti. Riflessioni sulla relazione annuale sulle tossicodipendenze. Di Carlos Rafael Esposito

La droga è come la spazzatura: va rimossa.

Ca c'est ne pas un joint

E’ giusto non inquinare l’ambiente fuori, ma soprattutto non inquinare le persone dentro. Con questo magnifico incipit inizia la Relazione del Parlamento sulla stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2008.

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Essere senza casa a Genova, città dei diritti?

Le panchine sono amiche di chi non ha casa. La giunta di centro sinistra decide di inserire dei dissuasori per chi si sdraia, oppure fa prima: le toglie.

Negli ultimi venti anni ne sono morti circa duecento. E se per un detenuto suicida in carcere la cronaca riserva ancora un trafiletto di cronaca nera, per un barbone, sporco, sudicio e maleodorante, nessun giornalista prende la briga di approfondire.

Il disagio sociale solca un netto passo, i meccanismi centrifughi dell’esclusione sociale si muovono inesorabili nelle zone dell’ombra: non il malessere del disadattato, ma la squallida vita di un eremita metropolitano.

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Sicurezza sul lavoro e controlli. Il punto di vista dei medici. Di Roberto Tafuro

In molte realtà produttive siamo in grosse difficoltà ad assumere questo ruolo di controllori, perchè abbiamo impiegato tanti anni a costruire rapporti di fiducia reciproca con i lavoratori, che sono utili per la gestione di molte situazioni complesse nelle quali, pur cercando di mantenere il ruolo “terzo” che deve essere proprio del tecnico (della salute, nel nostro caso), ci adoperiamo per cercare di trovare soluzioni che permettano di tutelare due beni fondamentali analogamente importanti, ovvero la salute del lavoratore ma anche il suo posto di lavoro. Leggi tutto “Sicurezza sul lavoro e controlli. Il punto di vista dei medici. Di Roberto Tafuro”

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Controlli sul lavoro e stupefacenti. Di Carlos Rafael Esposito.

RIFLESSIONI SUL RAPPORTO FRA  INDIVIDUO, SICUREZZA SOCIALE E SUL RUOLO DELLA MEDICINA DEL LAVORO.

“La mia libertà termina dove inizia quella del mio prossimo”. Con un adagio simile Voltaire, illuminista francese del XVIII secolo, descriveva efficacemente l’unico limite che può essere posto all’esercizio delle libertà individuali. Ho il diritto sacrosanto di disporre della mia libertà, per farci ciò che mi aggrada, sino a quando il mio agire non arreca danneggiamenti al  prossimo. Vediamo allora come questo insegnamento viene recepito dai nostri politici e trasformato in legge nel campo delle attività compiute per diminuire uno dei principali flagelli che strazia la nostra società italiana: gli infortuni e le morti sul lavoro, in particolare, nelle loro concause relative all’abuso di alcolici e stupefacenti.

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Controlli sul lavoro e stupefacenti. Di Carlos Rafael Esposito.

RIFLESSIONI SUL RAPPORTO FRA  INDIVIDUO, SICUREZZA SOCIALE E SUL RUOLO DELLA MEDICINA DEL LAVORO.

“La mia libertà termina dove inizia quella del mio prossimo”. Con un adagio simile Voltaire, illuminista francese del XVIII secolo, descriveva efficacemente l’unico limite che può essere posto all’esercizio delle libertà individuali. Ho il diritto sacrosanto di disporre della mia libertà, per farci ciò che mi aggrada, sino a quando il mio agire non arreca danneggiamenti al  prossimo. Vediamo allora come questo insegnamento viene recepito dai nostri politici e trasformato in legge nel campo delle attività compiute per diminuire uno dei principali flagelli che strazia la nostra società italiana: gli infortuni e le morti sul lavoro, in particolare, nelle loro concause relative all’abuso di alcolici e stupefacenti.

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