Rigore, crescita ed equità. Quando il gatto gioca con il topo nessuno si lamenta per l’asimmetria di potere messa in atto nella loro relazione: il gatto sa che fine farà il topo e quest’ultimo si limita a far parte di un gioco nel quale il suo ruolo è quello della vittima designata. E’ l’ineluttabilità della vita naturale.
Questa stessa ineluttabilità par si possa applicare alla situazione politica nazionale.
L’Italia di novembre e dicembre, i rapporti fra esecutivo, Parlamento e società civile, ricordano proprio la dinamica del gatto e del topo. Una recita dove le parti in causa si rincorrono nella danza democratica dell’equilibrio, reciproco, dei rapporti di potere.
Niente di strano dunque, ma una prassi maturata in 60 anni di democrazia.
Il meccanismo sembra però vacillare se si analizza il peso che la società civile italiana riveste all’interno di questa rappresentazione, un peso residuale e di tutta marginalità.
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