Il gatto ed il topo. Parlamento, esecutivo e società civile.

Rigore, crescita ed equità. Quando il gatto gioca con il topo nessuno si lamenta per l’asimmetria di potere messa in atto nella loro relazione: il gatto sa che fine farà il topo e quest’ultimo si limita a far parte di un gioco nel quale il suo ruolo è quello della vittima designata. E’ l’ineluttabilità della vita naturale.

Questa stessa ineluttabilità par si possa applicare alla situazione politica nazionale.

L’Italia di novembre e dicembre, i rapporti fra esecutivo, Parlamento e società civile, ricordano proprio la dinamica del gatto e del topo. Una recita dove le parti in causa si rincorrono nella danza democratica dell’equilibrio, reciproco, dei rapporti di potere.

Niente di strano dunque, ma una prassi maturata in 60 anni di democrazia.

Il meccanismo sembra però vacillare se si analizza il peso che la società civile italiana riveste all’interno di questa rappresentazione, un peso residuale e di tutta marginalità.

Il gatto e il topo. Di Andrea Bodon.

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Sanatoria truffa e Stato truffatore?

Il Danno e la Beffa. Di Ambra Coniglione.

Può uno Stato essere considerato truffatore dai suoi cittadini? Le ferite di Brescia ancora aperte, la gestione scellerata dell’ordine pubblico, il razzismo istituzionale che si declina con leggi discriminatorie per gli stranieri e il manganello per chi sostiene rivendicazioni egalitarie e di spirito democraticamente inclusivo: in questo momento il clima politico sostiene un approccio ampiamente lesivo dei diritti fondamentali dell’individuo. A maggior ragione se proveniente da un paese estero oppure se cresciuto in Italia sino al diciottesimo anno, poi lo affida alla ruolette della clandestinità. La battaglia che sostiene chi ha meno potere è una battaglia per tutte le generazioni future che avranno il destino di nascere in questo paese, becero, dilaniato e mai stanco di se stesso. E allora, finalmente, nell’atrio della Prefettura di Genova, la CGIL ha organizzato un presidio per esprimere solidarietà ai ragazzi saliti sulla gru per protestare contro una sanatoria che avrebbe dovuto regolarizzare il loro soggiorno e che invece si è rivelata nei fatti soltanto un’azione per fare cassa.

Dove scatta il dolo in un’azione legislativa di questo tipo? Il Secolo 21 cerca di fare un pò di chiarezza intervistando Rachid Khay, dell’Arci di Genova, mentore dell’Ufficio immigrati e Alessandra Ballerini, avvocato, in prima linea nella difesa dei loro diritti. Leggi tutto “Sanatoria truffa e Stato truffatore?”

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Onorevole Giovanardi qualche domanda. Di Carlos Rafael Esposito

Carlo Giovanardi. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri..

Oggi a Genova, si è concluso l’evento organizzato dal Centro di solidarietà Bianca Costa, che ha riunito il Gotha internazionale delle comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. Fra i presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi.

Non avendo potuto rivolgergli delle domande, vorrei far circolare queste riflessioni sperando che servano ad arricchire il dibattito sul ruolo dell’apparato sociale per il recupero del drogato, liquidato da  Giovanardi, sicuramente per brevità di sintesi, con le seguenti testuali parole: “Chi fa uso di sostanze è una vittima dei disastri planetari che la droga produce. Non esiste il diritto a drogarsi, è comunque illecito“.

Perfetto, chiarissimo. Spiace che nella platea fra tutte le istituzioni in lustro, Regione con Burlando e Montaldo, Comune con Roberta Papi, Provincia con Milò Bertolotto e poi Repetto (tutti insomma rappresentanti del centro sinistra) nessuno, a mio sentito dire, abbia provato a problematizzare, a mettere un pò di polemica, a dare un’altra versione. Ognuno ha le sue idee e la propria missione, ci mancherebbe, quello che fa pensare è che in questa giornata, non si sia sentito un solo accenno di contrarietà, come se tutti fossero d’accordo con la linea dell’onorevole sottosegretario. A me pare strano, ed eccovi quindi di seguito, le riflessioni su guerra alla droga e criminalità organizzata e qualche domandina antiproibizionista per Giovanardi. Leggi tutto “Onorevole Giovanardi qualche domanda. Di Carlos Rafael Esposito”

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Il cinquantesimo del 30 giugno 1960. Che successe a Genova?

Siamo giunti alla commemorazione degli scontri di piazza avvenuti a Genova il 30 giugno di 50 anni fa. Perché quelle giornate sono importanti da ricordare per chi c’era e ancor di più per chi non vi era? Il Secolo 21 lo ha chiesto a Fulvio Cerofolini, presidente provinciale dell’ANPI, uno degli animatori di quelle giornate. In questi giorni durante i quali Gianni Plinio, non eletto alle regionali, ma sempre pronto a sparigliare le carte ad un revisionismo in chiave astorica e auto assolvente,  si appella allo stato perché la Regione Liguria ha finanziato le iniziative di commemorazione, di fatti proclamati a sua detta come eversivi, la necessità di ascoltare un testimone diretto dei fatti, del contesto storico/politico, internazionale, nazionale e genovese svela la possibilità di costruirsi la propria opinione possibilmente al di fuori delle campane ideologiche e delle sirene revisioniste. Sino a che combattere il fascismo in questo paese sarà un valore e sino a quando la lotta aperta contro gli abusi di questi tempi sarà bollata come sovversiva, ci si potrà ricordare sempre di come la storia sia fatta dai protagonisti, spesso rimasti all’ombra, piuttosto che dagli storici, gli analisti della politica, i professionisti della stessa e i funzionari dei tribunali.

On. Fulvio Cerofolini. Presidente provinciale ANPI. Foto Alejandra Daglio

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La politica violenta dell’apparenza. Di Vincenzo Adraous

Il Parlamento italiano: la democrazia rappresentativa è allo stallo.

La politica è un punto dolente per sua esplicita ammissione, infatti non fa più proseliti né sforna nuovi eroi, rimane lì, a barcamenarsi tra spot elettorali e slogan scopiazzati qua e là.

Gli uomini al vertice, quelli a metà, gli altri alla base della piramide, sono a disagio nell’agire comune per programmare minimi obiettivi, per cui diventa miraggio la pratica condivisa nell’impegno di una buona vita, molto meglio stare in ordine sparso, in attesa, pronti al balzo.

Un microcosmo di gestualità portate di taglio per fare più male, di parole lanciate come fossero cluster bomb per esser certi di conseguire il danno importante.

Atteggiamenti che diventano comportamenti quotidiani violenti, per esser primi, per rimanere con i primi, poco conta a quale prezzo stare a galla: persino il conflitto che diviene notte tempo violenza, la stessa droga una sostanza non del tutto malaccio, il valore della persona non più bene primario. Leggi tutto “La politica violenta dell’apparenza. Di Vincenzo Adraous”

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Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.

Italiani al voto

Italia 31 marzo 2010. La campagna elettorale è terminata con il suo lascito di promesse, prese di posizione e alleanze. Le elezioni ci sono state (esercizio sostanziale di democrazia rappresentativa) e i professionisti della politica snocciolano le loro considerazioni. Vinti e vincitori atteggiano i principi e ne divulgano le circostanze; agli elettori, adesso, resta solo la facoltà di provare con mano ciò che hanno scritto nell’intimità della cabina elettorale.

Tutto quindi procede con regolarità, il peso politico delle due coalizioni è stato deciso dai cittadini, che hanno promosso e bocciato, credendo o smentendo le prese di posizione pubbliche dei loro rappresentanti. La domanda sorge adesso fisiologicamente: dalle parole che crescono attorno alle riflessioni sul mondo politico, che Italia esce fuori dopo queste elezioni? Leggi tutto “Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.”

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