Marassi: 19 mesi senza processo, la normalità sconvolgente della giustizia italiana.

Affollati come sardine. Se i detenuti potessero denunciare le condizioni di Marassi, l'illegalità, per una volta, non sarebbe da parte loro...

Il Secolo 21 è fiero di ospitare nelle sue colonne di approfondimento i protagonisti di un tema molto trattato in questo blog: il carcere.  A partire da oggi infatti, verranno periodicamente ospitati i racconti dei detenuti di Marassi, estrapolati dalla rivista trimestrale AREA di SERVIZIO. Nel carcere di Genova infatti, per chi non lo sapesse, è attiva una vera e propria redazione giornalistica e questa collaborazione vuole riconoscerle precisamente l’autorevolezza nel parlare in prima persona delle giornate di questi giornalisti dietro le sbarre. Uno sguardo condivisibile o no, ma certamente un autentico punto di vista interno alle galere nostrane. Buona lettura.

Sono un detenuto che per lentezza processuale si trova da circa 19 mesi nella sezione Giudicabile del Carcere di Marassi, la Iª Sezione.

Ho visto entrare e uscire e rientrare centinaia di ragazzi.

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Morire di caldo, morire di carcere. Che ne pensa il volontariato?

In questi giorni afosi i nervi sono messi a dura prova da un clima ingombrante, umido senza scampo di un sollievo o pausa di refrigerio. Ci si corica bagnati per svegliarsi sudati, mentre sulla fronte si accumula, come su grondaia sfinita, l’accavallarsi di gocce e gocce di fisiologico sfogo. L’essere umano posto in tale contesto meteorologico è portato naturalmente ad essere maggiormente suscettibile quando non apertamente irritabile.

E in carcere? Manco a parlarne, che tanto di carcere e di quel che lì dentro succede al di fuori del risibile spazio concesso sui TG nazionali, a chi interessa poi veramente? In carcere si muore di caldo e si muore e basta. Per questo motivo i volontari delle associazioni aderenti alla Conferenza regionale volontariato e giustizia della Liguria hanno deciso di manifestare la loro sofferenza per una situazione che se ha già oltrepassato il disumano, d’estate trabocca l’animale. L’Italia conta 67.800 detenuti ma solo 44.300 posti/branda e uno spazio a disposizione per ogni detenuto di 3 mq. Dall’inizio del 2010, 23 detenuti si sono impiccati, 6 sono morti dopo aver inalato del gas, 61 sono morti per malattia o per “cause non accertate”.

Dal 2000, 589 detenuti si sono suicidati, 1.688 sono morti in carcere.

Morire di carcere, il carcere in piazza.

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La libertà non è uno spazio libero. Di Vincenzo Andraous

Ancora uomini a morire, ancora giovani a cadere, numeri che si accatastano in una fossa comune, dove la somma dei cadaveri non crea che qualche fastidio passeggero, usato per non concedere spazio alla pietà.

I detenuti presenti sono 160: 80 donne e 80 uomini

In carcere si muore: è una continua discesa all’inferno, forse non è più praticabile alcuna osservazione e trattamento del recluso, alcun progetto di ricostruzione interiore, se non fosse per l’eroicità di qualche Direttore, Agente, Operatore penitenziario.

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