Italiani, arabi d’Europa.

Berlusconi e Gheddafi celebrano due anni del trattato d'amicizia italo-libica. Ma a che prezzo?

Una volta un ragazzo iracheno mi disse: “Voi italiani siete gli arabi d’Europa”. Guardando al Mediterraneo si vede un grande lago che durante i secoli ha unito i popoli insediati sulle reciproche sponde. Popoli che durante la storia si sono mischiati, combattuti, rispettati, sino a trovare un equilibrio: una pax mediterranea.

La recente visita di Gheddafi si inserisce pertanto in un contesto meno esotico di quel che si crede e si lascia credere: in fondo la Libia rappresenta la testa di ponte di un mondo, quello arabo, e in senso lato quello africano, ( hic sunt leones) che ha con l’Europa del sud uno stretto rapporto di intenso interscambio.
Gheddafi è arrivato in un’Italia alla deriva. Senza prospettive di reali sviluppo, senza la progettualità politica attorno alla quale un popolo può costruire un sogno comune. In questo senso l’Italia diventa effettivamente una provincia remota di un continente che la storia ha relegato ai margini delle posizioni che contano, l’Africa giardino del mondo, depredato nelle sue risorse materiali come nelle risorse umane. E l’Italia, che Gheddafi paventa in via di africanizzazione come il resto d’Europa, è già a buon punto di questo percorso. E non c’è bisogno di riferirsi strumentalmente all’invasione degli immigrati, sulla quale paura gioca l’astuto leader libico: l’Italia si sta africanizzando da sola per colpa degli italiani, che hanno perso il controllo di uno Stato che adesso più che mai li tratta da sudditi sostituendo privilegi ai diritti. Leggi tutto “Italiani, arabi d’Europa.”

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Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

Manifestazione per diritti di cittadinanza

La crisi che attanaglia le nostre realtà assume diverse dimensioni, se da un lato infatti la questione economica e la precarietà di un mondo del lavoro assolutamente improntato a logiche liberiste delineano un palcoscenico di assenza di tutele per i lavoratori di oggi e del domani, (vedi referendum Fiat di Pomigliano) al contempo, la crisi non è solo materiale, ma riconducibile alla mancanza di un progetto sostenibile, uno sguardo d’insieme che partendo dalla condivisione di valori supremi, come dignità e libertà, permetta un effettivo sviluppo di criteri comuni di cittadinanza.

Leggi tutto “Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.”

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Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

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La crisi che attanaglia le nostre realtà assume diverse dimensioni, se da un lato infatti la questione economica e la precarietà di un mondo del lavoro assolutamente improntato a logiche liberiste delineano un palcoscenico di assenza di tutele per i lavoratori di oggi e del domani, (vedi referendum Fiat di Pomigliano) al contempo, la crisi non è solo materiale, ma riconducibile alla mancanza di un progetto sostenibile, uno sguardo d’insieme che partendo dalla condivisione di valori supremi, come dignità e libertà, permetta un effettivo sviluppo di criteri comuni di cittadinanza.

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