Il gatto ed il topo. Parlamento, esecutivo e società civile.

Rigore, crescita ed equità. Quando il gatto gioca con il topo nessuno si lamenta per l’asimmetria di potere messa in atto nella loro relazione: il gatto sa che fine farà il topo e quest’ultimo si limita a far parte di un gioco nel quale il suo ruolo è quello della vittima designata. E’ l’ineluttabilità della vita naturale.

Questa stessa ineluttabilità par si possa applicare alla situazione politica nazionale.

L’Italia di novembre e dicembre, i rapporti fra esecutivo, Parlamento e società civile, ricordano proprio la dinamica del gatto e del topo. Una recita dove le parti in causa si rincorrono nella danza democratica dell’equilibrio, reciproco, dei rapporti di potere.

Niente di strano dunque, ma una prassi maturata in 60 anni di democrazia.

Il meccanismo sembra però vacillare se si analizza il peso che la società civile italiana riveste all’interno di questa rappresentazione, un peso residuale e di tutta marginalità.

Il gatto e il topo. Di Andrea Bodon.

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Italiani popolo del passato?

Super Mario. di Andrea Bodon.

Il sistema Italia è indebitato fino al collo, si parla di 1900 miliardi di euro. Oltre al debito pubblico, cresciuto con la gestione screanzata dell’economia nazionale, l’italiano medio è anche e soprattutto attanagliato dai debiti che lui stesso si è sobbarcato: rate per la macchina, rate per i mobili, persino qualche avanguardista, rate per le vacanze. Se una volta si diceva siamo a rotoli, adesso potremmo dire siamo a rate, cioè abbiamo ma non possediamo. In più ci sono le spese correnti quali affitti, bollette, e tutto quello che serve all’italiano medio per condurre una vita sempre più difficilmente dignitosa.

Questi tempi di debito scandiscono sempre più facilmente la precarietà quotidiana di migliaia di italiani, mentre gli stessi italiani riescono a trovare sempre più difficilmente un impiego che soddisfi le reciproche aspettative.

La trappola è perfetta perché scelta con il consenso di tutti, è una trappola che coinvolge la stessa mentalità di chi preferisce avere a tutti i costi, seppur oltre le ragionevoli possibilità d’acquisto.

Oggi come oggi, superato il mito della meritocrazia, bestemmia nel nostro paese, i giovani italiani (dai curriculum più o meno complessi e dalla pazienza più o meno ostinata) scelgono sempre più spesso di rifuggire l’italica campana di vetro per cercare fortuna all’estero. L’emigrazione è abbondante, la storia ritorna. E paradossalmente, ma non troppo, mentre scappano gli italiani, dal sud del mondo arrivano nuove braccia avide di lavoro.  L’essere umano nel XXI secolo si sposta per lo stesso motivo su differenti livelli e con differente esito e opportunità di successo. La storia si ripete. Tutto tranne l’Italia dicono i fuggitivi.

Un’emorragia di globuli rossi in piena salute mentre nell’organismo Italia continua a circolare sangue raffermo, stantio, vissuto eccome.
Giorgio Napolitano è nato nel 1925, ha quasi la tenera età di 87 anni. Leggi tutto “Italiani popolo del passato?”

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