Contestazione a Bonanni: violenza precaria ed etica del lavoro.

Bonanni, segretario CISL.

La violenza non piace a nessuno, a parte i sadici. Nessuno gradirebbe diventare l’obbiettivo di una contestazione verbale e tantomeno di aggressione mezzo fumogeni, mentre dal palco del partito che vorrebbe essere l’alternativa al potere pidiellino, ci si accinge a dibattere sulle prospettive del mondo del lavoro italiano. Il Bonanni, segretario generale CISL è stato aggredito, contestato e fatto scappare prima del suo intervento. Alcune considerazioni in merito sembrano doverose, più alla luce delle dichiarazioni rilasciate in seguito che alla contestazione in quanto tale. Per gli esuberi umani della produzione o per un giovane, precario, flessibile, lucidamente ai margini di un paese sull’orlo del baratro, infatti, i motivi della contestazione possono risultare alquanto evidenti e sono quindi le reazioni verbali a questo attacco che dovrebbero stimolare una profonda riflessione. Leggi tutto “Contestazione a Bonanni: violenza precaria ed etica del lavoro.”

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Italia in Etiopia, il neocolonialismo dell’energia.

Kwengu. Lower Omo valley in Ethiopia

L’Etiopia è un paese magico, tragicamente povero e profondamente spirituale, la cui storia recente scorre, come in tutte le periferie del mondo che conta, al ritmo indecente imposto dalle organizzazioni finanziarie mondiali, dagli Stati sovrani e dai protocolli ratificati per l’acquisizione di autorevolezza internazionale. Nel corso dei passati due secoli, tanti paesi in via di sviluppo sono stati infatti affrancati dal giogo militare/coloniale, per essere più comodamente addomesticati alle regole del mercato e alla dipendenza economica. Questo è il neocolonialismo. Neologismo esplicito di relazione asimmetrica. Le elite politiche locali commerciano ricchezze naturali, svendendole secondo i parametri della globalità: lo Stato è sovrano nel decidere come meglio proporsi sulla scena economica mondiale per attirare gli investimenti, i quali, nel lungo termine, dovrebbero poi automaticamente sviluppare la ricchezza del paese. L’Etiopia ha una popolazione di 71 milioni di persone. Il reddito annuo pro capite è di 145 dollari, passeranno anche sulle loro teste i benefici delle globalizzazione?

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Il razzismo elegante fra le parole. Di Giacomo Solano

In questi anni si fa un gran parlare del fenomeno immigrazione senza sapere veramente di cosa si discorre. Molti giornali, telegiornali e pseudo-esperti raccontano l’immigrazione sbagliando già la base del discorso: chi parla, spesso, utilizza una terminologia erronea e approssimativa in modo da fuorviare l’audience e indirizzare parti dell’opinione pubblica verso una determinata opinione (spesso contraria e discriminatoria verso gli immigrati). L’uso di termini di per sé già carichi di un significato valoriale e di giudizio inficia di fatto la possibilità di un approccio sereno verso i fenomeni migratori: approccio che dovrebbe radicalmente cambiare a partire quindi dalle parole usate.

Già nelle parole cominciano i processi discriminatori.

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Il Secolo 21 e Fortress Europe: il fronte interno e il fronte esterno della globalizzazione.

Al Suq di Caricamento ho avuto la fortuna di ascoltare un collega davvero bravo e determinato: Gabriele Del Grande. Autore del blog Fortress Europe a Genova per presentare la sua nuova fatica, frutto di tre anni di inchiesta: “Il Mare di mezzo”, ovvero le storie di immigrazione che passano per il Mediterraneo e ci restano loro malgrado. Un libro crudo e poetico come la vita, fondamentale per comprendere le dinamiche che spingono tanti giovani di tutta l’Africa a rischiare la vita per cominciarne una nuova.

L’incontro con questo giovane giornalista mi ha fatto anche riflettere sul significato del lavoro di documentazione che propongo sul Secolo 21, se Gabriele infatti si occupa del fronte esterno, cioè che succede agli immigrati prima che giungano in Europa, il mio lavoro si occupa essenzialmente del fronte interno, complementare al primo, e cioè come e con che pratiche vengono trattati gli stranieri una volta giunti nella Fortezza Europa.

Per approfondimento leggi anche: Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

Questo fine settimana a Genova arriverà la Nave dei diritti con lo Sbarco, un momento dal forte valore simbolico per ribadire l’estraneità di tanti italiani alle attuali logiche legislative razziste e discriminatorie. Di seguito la presentazione, come Comitato Primo marzo, a Telenord.

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Il Secolo 21 e Fortress Europe: il fronte interno e il fronte esterno della globalizzazione.

Al Suq di Caricamento ho avuto la fortuna di ascoltare un collega davvero bravo e determinato: Gabriele Del Grande. Autore del blog Fortress Europe a Genova per presentare la sua nuova fatica, frutto di tre anni di inchiesta: “Il Mare di mezzo”, ovvero le storie di immigrazione che passano per il Mediterraneo e ci restano loro malgrado. Un libro crudo e poetico come la vita, fondamentale per comprendere le dinamiche che spingono tanti giovani di tutta l’Africa a rischiare la vita per cominciarne una nuova.

L’incontro con questo giovane giornalista mi ha fatto anche riflettere sul significato del lavoro di documentazione che propongo sul Secolo 21, se Gabriele infatti si occupa del fronte esterno, cioè che succede agli immigrati prima che giungano in Europa, il mio lavoro si occupa essenzialmente del fronte interno, complementare al primo, e cioè come e con che pratiche vengono trattati gli stranieri una volta giunti nella Fortezza Europa.

Per approfondimento leggi anche: Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

Questo fine settimana a Genova arriverà la Nave dei diritti con lo Sbarco, un momento dal forte valore simbolico per ribadire l’estraneità di tanti italiani alle attuali logiche legislative razziste e discriminatorie. Di seguito la presentazione, come Comitato Primo marzo, a Telenord.

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Zurigo Genova, il futuro della moschea e gli zingari di La Spezia.

Sull’asse Zurigo- Genova si riaccende la protesta. Ieri c’è stata una manifestazione di cittadini contro la costruzione della moschea nel quartiere Lagaccio. I leghisti, sobillati dal recente referendum elvetico, che pone un alt alla costruzione di nuovi minareti, hanno deciso di battere il ferro finché è caldo e di portare nuovamente la protesta in strada. Ma che paura hanno questi cittadini di concedere un luogo di culto degno ad una comunità che a Genova conta 10 mila presenze? Leggi tutto “Zurigo Genova, il futuro della moschea e gli zingari di La Spezia.”

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Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

Manifestazione per diritti di cittadinanza

La crisi che attanaglia le nostre realtà assume diverse dimensioni, se da un lato infatti la questione economica e la precarietà di un mondo del lavoro assolutamente improntato a logiche liberiste delineano un palcoscenico di assenza di tutele per i lavoratori di oggi e del domani, (vedi referendum Fiat di Pomigliano) al contempo, la crisi non è solo materiale, ma riconducibile alla mancanza di un progetto sostenibile, uno sguardo d’insieme che partendo dalla condivisione di valori supremi, come dignità e libertà, permetta un effettivo sviluppo di criteri comuni di cittadinanza.

Leggi tutto “Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.”

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Immigrazione e precarietà: il fronte interno della globalizzazione.

Manifestazione per diritti di cittadinanza

La crisi che attanaglia le nostre realtà assume diverse dimensioni, se da un lato infatti la questione economica e la precarietà di un mondo del lavoro assolutamente improntato a logiche liberiste delineano un palcoscenico di assenza di tutele per i lavoratori di oggi e del domani, (vedi referendum Fiat di Pomigliano) al contempo, la crisi non è solo materiale, ma riconducibile alla mancanza di un progetto sostenibile, uno sguardo d’insieme che partendo dalla condivisione di valori supremi, come dignità e libertà, permetta un effettivo sviluppo di criteri comuni di cittadinanza.

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