Il cinquantesimo del 30 giugno 1960. Che successe a Genova?

Siamo giunti alla commemorazione degli scontri di piazza avvenuti a Genova il 30 giugno di 50 anni fa. Perché quelle giornate sono importanti da ricordare per chi c’era e ancor di più per chi non vi era? Il Secolo 21 lo ha chiesto a Fulvio Cerofolini, presidente provinciale dell’ANPI, uno degli animatori di quelle giornate. In questi giorni durante i quali Gianni Plinio, non eletto alle regionali, ma sempre pronto a sparigliare le carte ad un revisionismo in chiave astorica e auto assolvente,  si appella allo stato perché la Regione Liguria ha finanziato le iniziative di commemorazione, di fatti proclamati a sua detta come eversivi, la necessità di ascoltare un testimone diretto dei fatti, del contesto storico/politico, internazionale, nazionale e genovese svela la possibilità di costruirsi la propria opinione possibilmente al di fuori delle campane ideologiche e delle sirene revisioniste. Sino a che combattere il fascismo in questo paese sarà un valore e sino a quando la lotta aperta contro gli abusi di questi tempi sarà bollata come sovversiva, ci si potrà ricordare sempre di come la storia sia fatta dai protagonisti, spesso rimasti all’ombra, piuttosto che dagli storici, gli analisti della politica, i professionisti della stessa e i funzionari dei tribunali.

On. Fulvio Cerofolini. Presidente provinciale ANPI. Foto Alejandra Daglio

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La mia Guerra. “Se non è un partigiano non mi sposo”. Di Maria Maira.

Maria Maira, racconta al Secolo 21 i suoi ricordi di quando piccina, visse la guerra, la resistenza e gli stenti di quei tragici periodi. In onore del 25 Aprile riportiamo integralmente la sua preziosa testimonianza. Un affresco di quei tempi senza la retorica delle manifestazioni ufficiali.

Maria Maira allo sciopero degli stranieri del primo marzo

Sono nata nel 1928, quindi nel 1940 allo scoppio della guerra avevo 12 anni. Avevo trascorso fino ad allora una vita serena con i miei genitori e tre fratelli. Mio padre, Giuseppe Maira, era dottore in economia e commercio con incarichi di amministratore giudiziario presso il Tribunale, e insegnante di computisteria e ragioneria, mentre mia madre era casalinga. Un fratello di un anno più giovane di me era in collegio, il terzo fratello aveva sei anni e la sorellina era nata il 12 ottobre del 1940. Abitavamo nel centro di Genova, in Galleria Mazzini, al numero 1 interno 6; qui mio padre aveva anche il suo studio e dava lezioni di matematica. Leggi tutto “La mia Guerra. “Se non è un partigiano non mi sposo”. Di Maria Maira.”

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Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.

Italiani al voto

Italia 31 marzo 2010. La campagna elettorale è terminata con il suo lascito di promesse, prese di posizione e alleanze. Le elezioni ci sono state (esercizio sostanziale di democrazia rappresentativa) e i professionisti della politica snocciolano le loro considerazioni. Vinti e vincitori atteggiano i principi e ne divulgano le circostanze; agli elettori, adesso, resta solo la facoltà di provare con mano ciò che hanno scritto nell’intimità della cabina elettorale.

Tutto quindi procede con regolarità, il peso politico delle due coalizioni è stato deciso dai cittadini, che hanno promosso e bocciato, credendo o smentendo le prese di posizione pubbliche dei loro rappresentanti. La domanda sorge adesso fisiologicamente: dalle parole che crescono attorno alle riflessioni sul mondo politico, che Italia esce fuori dopo queste elezioni? Leggi tutto “Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.”

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