Il tribunale di Roma ha deciso oggi di proseguire nell’accertamento delle responsabilità per la morte di Stefano Cucchi, il giovane romano deceduto il 22 ottobre del 2009 in circostanze ancora avvolte dal mistero. Stefano era stato arrestato il 15 ottobre perché trovato con un modesto quantitativo di stupefacenti e, anche se modesto quantitativo non è forse il termine migliore in questo paese, dove il possesso di stupefacenti è criminalizzato al di fuori di ogni modesto atteggiamento di buon senso, questo ragazzo si trova a transitare attraverso il sistema penitenziario proprio a causa delle sostanze trovate in suo possesso. Stefano Cucchi muore di carcere e di proibizionismo, il secondo lo conduce in galera, il primo, tramite i funzionari coinvolti, pensa ad annientarlo. Senza riguardo alcuno per la vita umana. Il Secolo 21 ha raccolto a caldo le parole di suo padre Gianni Cucchi appena rientrato in casa dal Tribunale.
Onorevole Giovanardi qualche domanda. Di Carlos Rafael Esposito

Oggi a Genova, si è concluso l’evento organizzato dal Centro di solidarietà Bianca Costa, che ha riunito il Gotha internazionale delle comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. Fra i presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi.
Non avendo potuto rivolgergli delle domande, vorrei far circolare queste riflessioni sperando che servano ad arricchire il dibattito sul ruolo dell’apparato sociale per il recupero del drogato, liquidato da Giovanardi, sicuramente per brevità di sintesi, con le seguenti testuali parole: “Chi fa uso di sostanze è una vittima dei disastri planetari che la droga produce. Non esiste il diritto a drogarsi, è comunque illecito“.
Perfetto, chiarissimo. Spiace che nella platea fra tutte le istituzioni in lustro, Regione con Burlando e Montaldo, Comune con Roberta Papi, Provincia con Milò Bertolotto e poi Repetto (tutti insomma rappresentanti del centro sinistra) nessuno, a mio sentito dire, abbia provato a problematizzare, a mettere un pò di polemica, a dare un’altra versione. Ognuno ha le sue idee e la propria missione, ci mancherebbe, quello che fa pensare è che in questa giornata, non si sia sentito un solo accenno di contrarietà, come se tutti fossero d’accordo con la linea dell’onorevole sottosegretario. A me pare strano, ed eccovi quindi di seguito, le riflessioni su guerra alla droga e criminalità organizzata e qualche domandina antiproibizionista per Giovanardi. Leggi tutto “Onorevole Giovanardi qualche domanda. Di Carlos Rafael Esposito”
Marassi: 19 mesi senza processo, la normalità sconvolgente della giustizia italiana.

Il Secolo 21 è fiero di ospitare nelle sue colonne di approfondimento i protagonisti di un tema molto trattato in questo blog: il carcere. A partire da oggi infatti, verranno periodicamente ospitati i racconti dei detenuti di Marassi, estrapolati dalla rivista trimestrale AREA di SERVIZIO. Nel carcere di Genova infatti, per chi non lo sapesse, è attiva una vera e propria redazione giornalistica e questa collaborazione vuole riconoscerle precisamente l’autorevolezza nel parlare in prima persona delle giornate di questi giornalisti dietro le sbarre. Uno sguardo condivisibile o no, ma certamente un autentico punto di vista interno alle galere nostrane. Buona lettura.
Sono un detenuto che per lentezza processuale si trova da circa 19 mesi nella sezione Giudicabile del Carcere di Marassi, la Iª Sezione.
Ho visto entrare e uscire e rientrare centinaia di ragazzi.
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Federico Aldrovandi, una storia italiana.

Patrizia Moretti è la mamma di Federico Aldrovandi, Aldro, il ragazzo massacrato di botte da quattro poliziotti nel settembre del 2005, nell’educata e provinciale Ferrara.
Incontrata a margine del Festival del giornalismo dell’Internazionale, mi racconta questi cinque anni di vicissitudini giudiziarie, fra coperture interne alla Questura, indagini non avviate dalla Procura, reticenze varie ed un continuo appellarsi alle regole della democrazia per ottenere la verità dopo la morte violenta del figlio. La storia della famiglia Aldrovandi è significativa non solo per la sua forza emblematica, ma anche perché dietro ai nomi dei personaggi che si avvicendano in questa triste vicenda, si può intravedere chiaramente il modus operandi che si affanna a nascondere l’evidenza nel momento in cui le forze dell’ordine sono chiamate in causa per un abuso di potere, in questo caso eccesso di violenza, rivelatosi letalmente sadico e omicida. Una storia italiana. Leggi tutto “Federico Aldrovandi, una storia italiana.”
Gli effetti del proibizionismo: la Fini- Giovanardi a Genova. A cura di Carlos Rafael Esposito.

L’Italia è un paese dove tutto è al suo posto. Abbiamo delle istituzioni che ci governano, dei rappresentanti che si fanno garanti dei nostri interessi, dei dibattiti televisivi che sottolineano le incongruenze fra le nostre aspettative e la condotta politica generale. Il minimo democratico sembra essere garantito, come lamentarsene allora? E pur tuttavia può capitare al vostro giornalista blogger di provare inaspettatamente un groppo alla gola, un brivido alla schiena che stringe i fianchi per sfiancare le gambe.
L’Italia è un paese dove tutto è al proprio posto. Ci sono le strade, i cavalcavia, i binari del treno, i regionali, gli autogrill e le pompe di benzina. Tutto come dovrebbe essere. E come ci meritiamo che sia.
L’Italia è un paese al suo posto, all’estremità inferiore di un continente dal nome Europa. I popoli europei ci guardano con ammirazione, pietà e volontà di non essere al nostro posto. Per quale motivo?
Perché l’Italia ha perso il buon senso. Leggi tutto “Gli effetti del proibizionismo: la Fini- Giovanardi a Genova. A cura di Carlos Rafael Esposito.”
Stefano non c’è più. Di Giovanni Cucchi.
Stefano non c’è più. Lo Stato lo ha strappato alla nostra famiglia. La sua unica colpa, oltre al reato ascrittogli, è stata quello di rivendicare i propri diritti: il diritto ad essere trattato dignitosamente dopo aver perso la libertà: negato. Il diritto ad essere assistito dal punto di vista legale, nonostante l’avesse richiesto più volte, in carcere e in ospedale anche attuando lo sciopero della fame: negato. Il diritto ad essere assistito dal punto di vista psicologico e morale, nonostante avesse chiesto aiuto in carcere alla sua comunità terapeutica: negato. Il diritto ad essere sostenuto dall’affetto della sua famiglia, poiché aveva richiesto il colloquio con il cognato: negato. Il diritto ad essere confortato religiosamente, avendo lui richiesto un bibbia, ma nel carcere- ospedale non c’era: negato. Il diritto ad essere curato dai medici come ogni altro cittadino, per le lesioni subite nell’ambito di strutture dello Stato: negato perché semplicemente abbandonato.
Che male aveva fatto un ragazzo di 31 anni, sano, attivo, generoso ad essere ridotto così ?

L’ora di stupefacenti: per una nuova pragmatica scolastica. Di Carlos Rafael Esposito
Nelle scuole italiane i ragazzi si drogano.
Come affrontare questa evidenza, senza la solita dose di paternalismo ipocrita?

Come invertire la tendenza che porta frequentemente tanti adolescenti a voler cercare nuovi percorsi portandoli spesso a scoprire quelli più pericolosi? In che modo fornire le basi per scongiurare reiterate tragedie familiari che con l’informazione disponibile ai giorni nostri dovrebbero essere notevolmente diminuite?
La scuola, eterno cruccio di generazioni di giovani adulti che si accingono a diventare uomini. All’interno delle scuole i ragazzi socializzano, imparano a scegliere e fanno, in un certo senso, le prime esperienze che nel bene e nel male li porteranno ad essere gli uomini che saranno.
Fra le altre cose, all’interno della scuola, gli adolescenti fanno il loro incontro con il mondo degli stupefacenti, legali ed illegali, e proprio la delicatezza della loro età e il potenziale distruttivo di queste sostanze sono il tema attorno al quale ruota questa riflessione. Leggi tutto “L’ora di stupefacenti: per una nuova pragmatica scolastica. Di Carlos Rafael Esposito”
Libertà una prostituta. Di Vincenzo Andraous
Questo lavoro si inserisce all’interno di un’inchiesta del Secolo 21 sui disturbi del comportamento nell’adolescenza.

Bulli, droga, adolescenti in affanno e adulti in preda al panico, comunicazione balbuziente e mala gestione dei conflitti che degenerano, insomma un effetto trascinamento che non assolve nessuno, anzi crea le basi per sempre nuove drammaticità.
Siamo abituati a vedere e pensare agli effetti causati dalla droga, quella dei composti chimici, dei derivati, delle sostanze dai nomi bizzarri, e non ci accorgiamo di quanto sta accadendo e sbancando alle fondamenta la nostra società di primi della classe. Leggi tutto “Libertà una prostituta. Di Vincenzo Andraous”
Il Parlamento italiano e gli stupefacenti. Riflessioni sulla relazione annuale sulle tossicodipendenze. Di Carlos Rafael Esposito
La droga è come la spazzatura: va rimossa.

E’ giusto non inquinare l’ambiente fuori, ma soprattutto non inquinare le persone dentro. Con questo magnifico incipit inizia la Relazione del Parlamento sulla stato delle tossicodipendenze in Italia nel 2008.
Che succede in Via Armando Diaz 2?
La questura di Genova è sotto tiro. I riflettori dell’attenzione pubblica sono rivolti al numero 2 di Via Armando Diazperché negli ultimi anni più di un caso ha portato a livello di dominio pubblico il consumo e traffico di sostanze stupefacenti ad opera di personale in divisa. Personale che ha lavorato nella repressione degli stessi reati che commetteva.
