Qualcosa si muove nel PD di Genova? Aprite questa porta.

Via XX settembre, il futuro, il bancone e il presente.

Strano ma vero, qualcosa è successo, sembra qualcosa abbia attecchito. Il PD ha organizzato un evento sul precariato: Aprite questa porta. A Torino, Bergamo, Milano, Roma e Padova.

A Genova, i più si guardavano perplessi, fra la fretta tutta  pendolare per tornare a casa e uno sguardo al banco dell’ortofrutta allestito in Via XX settembre sotto l’arco monumentale. Poi, ad un’occhiata un poco più cauta, sopra il banco della frutta lo stemma del partito che si vorrebbe riformista, che si dice riformista e che riformista non è. Un’idea partita dal Lab8 e da Oltre: giovani quadri nel partito che non vuole i giovani.

Sulla frutta esposta i saldi del mercato per i precari, lavoratori autonomi e donne lavoratrici. Una soluzione che aiuti a sostenere la flessibilità per quella che è: un nuovo paradigma del mondo del lavoro:

Reddito sociale e innalzamento dei contributi previdenziali a prescindere dai periodi d’inattività. Redistribuzione della ricchezza in tre parole. La strada inevitabilmente passa per questa direzione.

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Che fine hanno fatto le nostre pensioni? Intervista a Filippo Taddei.

Economista bolognese, Filippo Taddei ha recentemente spiegato sulle righe dell’Espresso perché in Italia esiste una generazione senza pensione: gli under 35. Oggi sul Secolo 21 Taddei continua ad affrontare l’argomento, proponendo differenti stimoli di riflessione per quei giovani il cui presente è tanto incerto quanto il futuro tragicamente inesorabile.

Questi giovani che condividono il destino al quale il paese è rivolto. Contratti atipici, sempre più diffusi e normalità per la maggioranza, contributi versati e non, innalzamento dell’età pensionistica.

La voce è circolata e si è diffusa, ormai è ufficiale: nessuno prenderà la pensione. Ma come è potuto succedere? E soprattutto dove sono i responsabili?

La parola all’esperto..

Esiste in Italia una generazione senza pensione e come si è arrivati a questa situazione?

Dire che le giovani generazioni di oggi non avranno una pensione è sbagliato. Il problema è nel livello di pensione che percepiranno, ed è drammatico. Chi comincia a lavorare oggi guarda ai propri genitori per farsi un’idea del livello della pensione che riceverà e non ci potrebbe essere errore più grande.

Un lavoratore che va in pensione nel 2008 a 63 anni, dopo una carriera di 35 anni da dipendente privato, riceve in pensione poco meno del 70% dell’ultimo stipendio, contro il solo 50% che riceverebbe se andasse in pensione nel 2040. A parità di carriera lavorativa naturalmente. Queste sono stime della Ragioneria Generale dello Stato, numeri che tutti possono controllare.
Bisogna però ricordare che queste sono valutazioni ottimistiche: tra le giovani generazioni è difficile trovare qualcuno che, assunto con un contratto a tempo indeterminato a 28 anni, potrà vantare una carriera che permetta di arrivare a 63 anni con ben 35 anni di contributi.

Se poi si volesse fare il confronto sulle pensioni dei lavoratori autonomi, la differenza sarebbe ancora più drammatica:

si passerebbe da una pensione eguale al 68% dell’ultimo stipendio nel 2008 ad una che ne supera di poco il 30% nel 2040. Leggi tutto “Che fine hanno fatto le nostre pensioni? Intervista a Filippo Taddei.”

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Regionali. Laura Paleari: “La vera cura efficace non può prescindere dalla ricerca”

Laura Paleari, ricercatrice.

Laura Paleari è una ricercatrice dell’Istituto tumori del San Martino. Precaria da 14 anni, attualmente si occupa di target terapeutici per il cancro alla mammella: per i non tecnici, raffina in anticipo le cure che i malati assumono.

Per inciso, il tumore del seno colpisce 1 donna su 10. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 25 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. In Italia ne sono diagnosticati quasi 40 mila casi all’anno.

Laura mi racconta con due parole la missione del suo mestiere: “La vera cura efficace non può prescindere dalla ricerca.”

Dal 2001 come portavoce del coordinamento precari della ricerca lotta per far ascoltare le rivendicazioni dei lavoratori agli interlocutori istituzionali di turno.

Quali sono i punti principali del vostro programma?

I punti principali sono: acqua pubblica, reddito sociale, energie rinnovabili e nuove tecnologie. No al nucleare, scuola e sanità pubbliche con termine dei finanziamenti al privato, laicità e diritti per tutti. Pochi punti ma sostanziali e concreti. Infatti la realizzazione di tutti e cinque avrebbe, nell’immediato, un effetto sulla qualità della vita della popolazione ligure in termini economici e sociali. Leggi tutto “Regionali. Laura Paleari: “La vera cura efficace non può prescindere dalla ricerca””

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Due gocce di felicità. Di Massimiliano Crociatelli

Marca male. Intendo, lo sappiamo tutti, i tempi non sono rosei: la crisi economica tanto sbandierata, che poi è anche crisi di identità e di valori, la precarietà, la disoccupazione, l’incertezza del futuro. Parlo a titolo personale, ma so di includere moltissimi miei coetanei, quando non anche quarantenni e cinquantenni rimasti senza lavoro e ormai fuori dal mercato, con una famiglia sulle spalle e una casa da finire di pagare quando saranno vecchi: una laurea che è un foglio con scritto sopra “deridimi”, visto che sembra andare di moda trattare chi ha compiuto l’intero ciclo di studi come un imbecille e guardare con sospetto chi si affanna a proseguire in un master o in un dottorato, come fosse uno che non ha voglia di lavorare e si è rifugiato in università; una pila di contratti a termine alle spalle, rinnovati ogni tre, sei o dodici mesi, quando il contratto c’era e non ci si rivolgeva al lavoro nero. A corredo, nel curriculum personale del giovane moderno, non può mancare qualche esperienza di stage gratuito, un periodo di studio all’estero, qualche lingua straniera più o meno acquisita. Leggi tutto “Due gocce di felicità. Di Massimiliano Crociatelli”

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Quando gli immigrati ci raccontano gli italiani.

Modu Faye è un ragazzo senegalese che vive in Italia, in Senegal era il cantante di un famoso gruppo musicale, in Italia ha trovato lavoro come manovale e poi come guardia di sicurezza nei supermercati. Le sue parole schiette e non edulcorate restituiscono ai lettori del SECOLO 21 la corretta dimensione nella quale inserire il dibattito sul tema immigrazione.

Lavoro nero, spaccio, discriminazione legislativa e sogni irrealizzabili. Nonostante tutto l’Europa sembra continuare a essere la meta dei sogni per i giovani africani.

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Disoccupati spagnoli manifestano in Murcia.

Ieri mattina più di quaranta lavoratori disoccupati si sono concentrati davanti alla porta del Comune di Moline de Segura per esigere che vengano prese misure urgenti contro la crescita sbalorditiva della disoccupazione. Dopo l’ultimo dato del mese di ottobre, che stima un aumento di 199 persone licenziate sino a raggiungere la cifra record di 5.593 iscritti nella fabbrica INEM, l’Assemblea dei Lavoratori Disoccupati Colpiti dalla Crisi ha deciso di tornare a dirigersi verso il Comune per esigere la convocazione della commissione Speciale per l’Impiego e l’adozione di misure urgenti.

Molina de Seguro
DISOCCUPATI MANIFESTANO IN SPAGNA
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