Sguardi migranti verso il 1 marzo. Di Alessandro Rampini

Foto (Associazione donne marocchine in Italia)

Aoitif nasce nel 1982 in Marocco e arriva in Italia nel 2000. A differenza di molte altre persone che decidono di emigrare Aoitif è arrivata in Italia con il visto turistico per venire a trovare una zia che vive a Loano. Una settimana prima che il visto scadesse ha deciso in accordo con la famiglia di rimanere in Italia insieme al fratello di 15 anni. Inizia così una nuova vita che mai fino a quel giorno si sarebbe aspettata di dover affrontare. Leggi tutto “Sguardi migranti verso il 1 marzo. Di Alessandro Rampini”

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Verso il 1 Marzo a Genova.

Il primo marzo lo sciopero degli stranieri vuole rappresentare un momento di riflessione sulle tendenze discriminatorie e criminalizzanti che sottendono da anni le politiche e le pratiche che regolano l’immigrazione.

1 marzo 2010. I diritti non hanno confini.
Un fermarsi per guardarsi e riconoscersi, nel popolo del 1 marzo, nel rifiutare una legislazione che colpevolizza la migrazione, decontestualizzandola dalla cornice che l’ha prodotta: colonialismo e post colonialismo, le pratiche di sfruttamento coloniale riproposte in terra occidentale. L’Italia, per valenza territoriale, si trova al confine di un mondo che sta cambiando, ma non può esimersi da compiere il ruolo che la storia le ha riservato, rigettando le responsabilità di dimostrare che significhi essere un paese del diritto, facente parte di una comunità di stati che sul diritto fondano la propria esistenza. Leggi tutto “Verso il 1 Marzo a Genova.”

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Le pillole del saggio: Geneviéve Makaping e l’immigrazione

Immigrati in coda per il permesso di soggiorno

Il passato 28 novembre sono stati convocati a Milano dall’associazione Ethnoland gli Stati generali degli immigrati: un momento per ascoltare il punto di vista degli stranieri e riflettere sulle dinamiche create dall’attuale approccio politico al fenomeno. Lo slogan di convocazione è stato: ” Conoscere una sola lingua, un solo lavoro, un solo costume, una sola civiltà, conoscere una sola logica è una prigione.” Di seguito l’opinione di Geneviéve Makaping docente di antropologia culturale presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Calabria. Piccole, concise, schiette pillole di saggezza. Leggi tutto “Le pillole del saggio: Geneviéve Makaping e l’immigrazione”

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Ricordate la rom che aveva rapito la bambina a Ponticelli?

Tutto inizia nel maggio 2008. Ponticelli ( Na) una giovane rom viene  accusata di aver rapito una bambina dopo essersi introdotta nell’abitazione, bloccata dalla madre della piccola, le forze dell’ordine devono salvarla dal linciaggio.  (vedi articolo). In allegato, la decisione del Tribunale per i Minorenni di Napoli in sede di appello al riesame ed il relativo comunicato stampa di Soccorso Legale Napoli. Un’occasione per riflettere sulle dinamiche di razzismo istituzionale e non presenti nel nostro paese. Leggi tutto “Ricordate la rom che aveva rapito la bambina a Ponticelli?”

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Quando gli immigrati ci raccontano gli italiani.

Modu Faye è un ragazzo senegalese che vive in Italia, in Senegal era il cantante di un famoso gruppo musicale, in Italia ha trovato lavoro come manovale e poi come guardia di sicurezza nei supermercati. Le sue parole schiette e non edulcorate restituiscono ai lettori del SECOLO 21 la corretta dimensione nella quale inserire il dibattito sul tema immigrazione.

Lavoro nero, spaccio, discriminazione legislativa e sogni irrealizzabili. Nonostante tutto l’Europa sembra continuare a essere la meta dei sogni per i giovani africani.

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Infotainment e l’esodo della notizia. Viaggio nel mondo dell’informazione.

La giornata è stata lunga, i riflettori della ribalta si sono affievoliti, solo adesso tornati a casa e ritrovata l’intimità familiare, ci possiamo concedere un attimo di respiro. Accendo la televisione. Mi accomodo sulla poltrona. Le immagini si susseguono al ritmo imposto dal telecomando, il controllo dell’uomo sulla macchina. Mi capita sotto occhio un approfondimento, interessato ascolto. La telecamera mostra le conseguenze di una guerra, non importano le parti in causa, la trasmissione, si sofferma nel descrivere le rispettive giustificazioni, ineccepibili e le reciproche sofferenze, drammatiche. Ascolto interessato, nessuna delle trasmissioni del palinsesto televisivo aveva fino ad oggi proposto un’immagine tanto reale e immediata, un reportage sul campo, che spiegasse la realtà vissuta in quell’angolo di globo. Sono soddisfatto, anche la tv italiana ogni tanto propone, materie sulle quali riflettere. Pubblicità. Al ritorno in studio i presentatori scherzano gigioni con la bella presentatrice, l’atmosfera è rilassata, niente turba le loro posture. Leggi tutto “Infotainment e l’esodo della notizia. Viaggio nel mondo dell’informazione.”

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Il velo e il corpo della donna.

In questa Italia di esperti e di portavoce dei diritti delle donne, in questa Italia dai buoni propositi e dalle intenzioni altruiste e pseudoumanitarie il dibattito sul velo e non velo ha rappresentato recentemente uno snodo privilegiato sul quale gli esponenti dei diversi schieramenti si sono confrontati.

Ragazza che aspetta il bus.

Per la maggiore, passa l’idea che il velo sia un simbolo di sottomissione della donna all’uomo e in quanto tale, debba essere ritenuto inaccettabile per una società, all’interno della quale, la donna ha intrapreso un percorso di emancipazione dal dominio maschile. Cerchiamo di fare chiarezza su questo argomento ascoltando Nora, italiana di origine marocchine, iscritta all’ultimo anno di ragioneria in provincia di Modena.
Leggi tutto “Il velo e il corpo della donna.”

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Il velo e il corpo della donna.

In questa Italia di esperti e di portavoce dei diritti delle donne, in questa Italia dai buoni propositi e dalle intenzioni altruiste e pseudoumanitarie il dibattito sul velo e non velo ha rappresentato recentemente uno snodo privilegiato sul quale gli esponenti dei diversi schieramenti si sono confrontati.

Ragazza che aspetta il bus.

Per la maggiore, passa l’idea che il velo sia un simbolo di sottomissione della donna all’uomo e in quanto tale, debba essere ritenuto inaccettabile per una società, all’interno della quale, la donna ha intrapreso un percorso di emancipazione dal dominio maschile. Cerchiamo di fare chiarezza su questo argomento ascoltando Nora, italiana di origine marocchine, iscritta all’ultimo anno di ragioneria in provincia di Modena.
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Essere senza casa a Genova, città dei diritti?

Le panchine sono amiche di chi non ha casa. La giunta di centro sinistra decide di inserire dei dissuasori per chi si sdraia, oppure fa prima: le toglie.

Negli ultimi venti anni ne sono morti circa duecento. E se per un detenuto suicida in carcere la cronaca riserva ancora un trafiletto di cronaca nera, per un barbone, sporco, sudicio e maleodorante, nessun giornalista prende la briga di approfondire.

Il disagio sociale solca un netto passo, i meccanismi centrifughi dell’esclusione sociale si muovono inesorabili nelle zone dell’ombra: non il malessere del disadattato, ma la squallida vita di un eremita metropolitano.

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Retoriche disumane. Di Marco Revelli.

Ormai è chiaro, la campagna elettorale il governo la fa così. Con l’ostentazione pubblicitaria dei respingimenti. Con l’evocazione impudica dell’apartheid. Con l’esibizione della durezza «senza se e senza ma» – anzi, con l’invito esplicito a essere «cattivi» – contro i migranti. Insomma, mettendo in gioco quella risorsa potentissima sul piano emotivo e pericolosissima su quello civile, costituita dalle «retoriche del disumano». E spingendoci così sempre più giù su quel piano inclinato della civiltà e dei diritti lungo il quale ormai da anni, l’Italia sta cadendo. Leggi tutto “Retoriche disumane. Di Marco Revelli.”

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