“Odio la Genova merdosa e raccomandata”. Intervista a Enrico Musso.

Enrico Musso, professore di economia e politico. Visto da Enrico Sanna.

Il Secolo 21 intervista il Senatore PDL Enrico Musso: politica italiana e genovese, la disaffezione dei cittadini a entrambe, il movimento di Beppe Grillo, il ruolo del potere, la corruzione, le società segrete e le loro trame. Fuori dai riflettori, senza la fretta dell’informazione stereotipata, una riflessione sull’Italia del ventunesimo secolo, uno squarcio su Genova, immobile e sfuocata immagine di una Superba ormai sempre più ai margini della storia.

Nell’opinione pubblica è trasversalmente sempre più diffusa, come dimostrano i voti raccolti dal movimento 5 stelle, la consapevolezza che il mondo della politica, la casta, sia un male a prescindere. Che opinione ha di questo nuovo soggetto politico?

Quanto al movimento “Cinque Stelle”: sicuramente positivo il fatto che
sia in grado di riattivare e rimotivare la parte più sana dell’elettorato, quelli che hanno ancora voglia di interessarsi della cosa pubblica e del bene comune. Talvolta ho però sentito un po’ di pressapochismo, e talvolta veri e propri errori, o informazioni sbagliate, nelle parole di alcuni loro animatori. E poi c’è talvolta un  errore di fondo: un movimento che si proponga di rinnovare la politica non dovrebbe pensare di “sostituirsi” alla democrazia rappresentativa attraverso velleitari tentativi di democrazia diretta, ma piuttosto innalzare la qualità dei rappresentanti. In ogni caso, ben vengano tutti i movimenti che si oppongono al disinteresse per la politica e che puntano a riavvicinare il cittadino alla res publica e all’interesse della comunità. Leggi tutto ““Odio la Genova merdosa e raccomandata”. Intervista a Enrico Musso.”

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La politica violenta dell’apparenza. Di Vincenzo Adraous

Il Parlamento italiano: la democrazia rappresentativa è allo stallo.

La politica è un punto dolente per sua esplicita ammissione, infatti non fa più proseliti né sforna nuovi eroi, rimane lì, a barcamenarsi tra spot elettorali e slogan scopiazzati qua e là.

Gli uomini al vertice, quelli a metà, gli altri alla base della piramide, sono a disagio nell’agire comune per programmare minimi obiettivi, per cui diventa miraggio la pratica condivisa nell’impegno di una buona vita, molto meglio stare in ordine sparso, in attesa, pronti al balzo.

Un microcosmo di gestualità portate di taglio per fare più male, di parole lanciate come fossero cluster bomb per esser certi di conseguire il danno importante.

Atteggiamenti che diventano comportamenti quotidiani violenti, per esser primi, per rimanere con i primi, poco conta a quale prezzo stare a galla: persino il conflitto che diviene notte tempo violenza, la stessa droga una sostanza non del tutto malaccio, il valore della persona non più bene primario. Leggi tutto “La politica violenta dell’apparenza. Di Vincenzo Adraous”

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Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.

Italiani al voto

Italia 31 marzo 2010. La campagna elettorale è terminata con il suo lascito di promesse, prese di posizione e alleanze. Le elezioni ci sono state (esercizio sostanziale di democrazia rappresentativa) e i professionisti della politica snocciolano le loro considerazioni. Vinti e vincitori atteggiano i principi e ne divulgano le circostanze; agli elettori, adesso, resta solo la facoltà di provare con mano ciò che hanno scritto nell’intimità della cabina elettorale.

Tutto quindi procede con regolarità, il peso politico delle due coalizioni è stato deciso dai cittadini, che hanno promosso e bocciato, credendo o smentendo le prese di posizione pubbliche dei loro rappresentanti. La domanda sorge adesso fisiologicamente: dalle parole che crescono attorno alle riflessioni sul mondo politico, che Italia esce fuori dopo queste elezioni? Leggi tutto “Italia vecchia Italia: la rabbia di cambiare.”

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