Sanatoria truffa e Stato truffatore?

Il Danno e la Beffa. Di Ambra Coniglione.

Può uno Stato essere considerato truffatore dai suoi cittadini? Le ferite di Brescia ancora aperte, la gestione scellerata dell’ordine pubblico, il razzismo istituzionale che si declina con leggi discriminatorie per gli stranieri e il manganello per chi sostiene rivendicazioni egalitarie e di spirito democraticamente inclusivo: in questo momento il clima politico sostiene un approccio ampiamente lesivo dei diritti fondamentali dell’individuo. A maggior ragione se proveniente da un paese estero oppure se cresciuto in Italia sino al diciottesimo anno, poi lo affida alla ruolette della clandestinità. La battaglia che sostiene chi ha meno potere è una battaglia per tutte le generazioni future che avranno il destino di nascere in questo paese, becero, dilaniato e mai stanco di se stesso. E allora, finalmente, nell’atrio della Prefettura di Genova, la CGIL ha organizzato un presidio per esprimere solidarietà ai ragazzi saliti sulla gru per protestare contro una sanatoria che avrebbe dovuto regolarizzare il loro soggiorno e che invece si è rivelata nei fatti soltanto un’azione per fare cassa.

Dove scatta il dolo in un’azione legislativa di questo tipo? Il Secolo 21 cerca di fare un pò di chiarezza intervistando Rachid Khay, dell’Arci di Genova, mentore dell’Ufficio immigrati e Alessandra Ballerini, avvocato, in prima linea nella difesa dei loro diritti. Leggi tutto “Sanatoria truffa e Stato truffatore?”

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Che succede nei Centri di identificazione ed espulsione?

In questo articolo Il Secolo 21 affronta il problema, rimosso dal dibattito pubblico, dei CIE: Centri di Identificazione ed Espulsione. Cosa succede realmente all’interno di queste galere per stranieri? Quali sono le condizioni di vita? Chi sono le persone lì confinate e quali le loro storie?

Lo chiediamo a Simone Ragno dell’Ufficio Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Lazio pochi giorni dopo la rivolta che ha funestato il perimetro del CIE di Ponte Galeria di Roma.

Il CIE di Ponte Galeria a Roma

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Sguardi migranti verso il 1 marzo. Di Alessandro Rampini

Foto (Associazione donne marocchine in Italia)

Aoitif nasce nel 1982 in Marocco e arriva in Italia nel 2000. A differenza di molte altre persone che decidono di emigrare Aoitif è arrivata in Italia con il visto turistico per venire a trovare una zia che vive a Loano. Una settimana prima che il visto scadesse ha deciso in accordo con la famiglia di rimanere in Italia insieme al fratello di 15 anni. Inizia così una nuova vita che mai fino a quel giorno si sarebbe aspettata di dover affrontare. Leggi tutto “Sguardi migranti verso il 1 marzo. Di Alessandro Rampini”

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Verso il 1 Marzo a Genova.

Il primo marzo lo sciopero degli stranieri vuole rappresentare un momento di riflessione sulle tendenze discriminatorie e criminalizzanti che sottendono da anni le politiche e le pratiche che regolano l’immigrazione.

1 marzo 2010. I diritti non hanno confini.
Un fermarsi per guardarsi e riconoscersi, nel popolo del 1 marzo, nel rifiutare una legislazione che colpevolizza la migrazione, decontestualizzandola dalla cornice che l’ha prodotta: colonialismo e post colonialismo, le pratiche di sfruttamento coloniale riproposte in terra occidentale. L’Italia, per valenza territoriale, si trova al confine di un mondo che sta cambiando, ma non può esimersi da compiere il ruolo che la storia le ha riservato, rigettando le responsabilità di dimostrare che significhi essere un paese del diritto, facente parte di una comunità di stati che sul diritto fondano la propria esistenza. Leggi tutto “Verso il 1 Marzo a Genova.”

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Che cos’è un omicidio di Stato?

Nell’Italia del XXI secolo ci troviamo a fare i conti con pratiche che hanno il loro punto di origine nella costituzione dello stato moderno. La detenzione, associata al silenzio burocratico (alle sue plurime interpretazioni) e all’agire delle forze di polizia, ha dato luogo, nel corso della storia italiana, a numerosi casi di morte di persone sotto la tutela dello Stato e sotto la regolamentazione delle sue leggi.

Verità e giustizia chiedono i familiari delle vittime.

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Le pillole del saggio: Geneviéve Makaping e l’immigrazione

Immigrati in coda per il permesso di soggiorno

Il passato 28 novembre sono stati convocati a Milano dall’associazione Ethnoland gli Stati generali degli immigrati: un momento per ascoltare il punto di vista degli stranieri e riflettere sulle dinamiche create dall’attuale approccio politico al fenomeno. Lo slogan di convocazione è stato: ” Conoscere una sola lingua, un solo lavoro, un solo costume, una sola civiltà, conoscere una sola logica è una prigione.” Di seguito l’opinione di Geneviéve Makaping docente di antropologia culturale presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Calabria. Piccole, concise, schiette pillole di saggezza. Leggi tutto “Le pillole del saggio: Geneviéve Makaping e l’immigrazione”

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Rosarno, l’Italia dimenticata e il buon senso antidemocratico.

Ecco l’Italia che non ti aspetti se guardi solo la tua piccola realta’ quotidiana. A Rosarno scoppia la rivolta degli immigrati dopo che uno di loro e’ stato colpito da un fucile ad aria compressa.

I politici continuano a trattare queste persone come pericolosi criminali quando l’efficacia del reato di  clandestinita‘ nel creare una massa di indigenti privi della contrattualita’necessaria  per accedere dignitosamente al mercato del lavoro e’ funzionale agli introiti di chi li sfrutta.

E italiani e stranieri si combattono per un posto di lavoro, per una casa popolare, per una vita degna di essere vissuta, nel silenzio di una politica colpevole che non ricorda che giocare con la dignita’ delle persone, per i propri tornaconti elettorali, e’ molto, molto pericoloso.

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Amadou: “Chiedo il permesso per una vita normale”

Genova, Via Gramsci

Amadou nasce nel 1985 e arriva in Italia nel 2007. Come tanti suoi coetanei senegalesi aspettava di trovare in Italia ben’altra vita che quella vissuta in nero che è costretto a vivere grazie alle normative sull’immigrazione vigenti.

Il suo racconto ci conduce in una prospettiva inedita, quella di chi percorre i chilometri per vendere le proprie mercanzie, perché è l’unica possibilità che ha per sopravvivere nel Belpaese.

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Parlare di carcere nel Belpaese. Di Fabrizio Dentini.

In Italia, la metà dei detenuti è in attesa di un processo.Foto di Sabrina Losso.

In Italia parlare di carcere e di sistema penitenziario significa  scomodare uno dei principali mostri sacri della società contemporanea, riconoscendo appunto, come mostri sacri, quelle istituzioni pubbliche che grazie alla loro funzione sono considerate dai più inevitabili, scontate e di conseguenza accettate passivamente.

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