
Genova. Lungo il porto vecchio, nella zona dell’acquario più grande d’Europa, nel mezzo della fiumana del turismo massificato, delle scolaresche vocianti e dei vecchietti organizzati, si affolla un’umanità colorata e vitale. Un’umanità che si arrangia con le briciole che la società le permette di raccogliere, ultimamente, sempre più spesso, rinfacciando e minacciando di sottrarle anche la possibilità di commerciare per campare. Perché i prodotti venduti sono contraffatti e il loro valore di mercato inquina le dinamiche economiche del mercato legittimo. Facendo concorrenza scorretta a chi segue le regole. Ma c’è di più.
In una delle zone più turistiche della città, i venditori ambulanti diventano gli obbiettivi evidenti del delirio securitario che si fonda sullo spaesamento culturale e la mancanza di prospettive vissute nel nostro paese. Visti come indice di degrado urbano, rappresentano un mondo che l’opinione pubblica vorrebbe nascondere, sottrarre alla vista, confinati nei ghetti e lontani dall’occhio isterico e pauroso dell’italiano medio.
Di destra e di sinistra che sia: ormai non fa più differenza.
Recentemente, dopo l’ennesimo blitz delle forze dell’ordine, la comunità senegalese ha deciso di manifestare il proprio dissenso e assieme all’Associazione 3 febbraio ha incontrato l’assessore alla Città Sicura, Francesco Scidone, per cercare una soluzione al mondo del tarocco e alle sue ripercussioni pubbliche e private. Ecco i numeri del 2010: 115 perquisizioni personali e di locali, 107 identificazioni, 66 fra permanenze illegali e accompagnamenti forzati in questura, 19 arresti e 107 denunce per immigrazione clandestina. Leggi tutto ““Modello Genova” per i venditori abusivi?”