Stefano Bigliazzi. Avvocato

Branco. Di Luca Marcenaro

L’avvocato Stefano Bigliazzi è stato tra i legali protagonisti nel processo Diaz dove ha difeso 4 persone e nel processo Bolzaneto, dove ne ha difese 13. Ecco le sue considerazioni per Il Secolo 21:

Sono passati dieci anni cosa si sente di dire in merito ai processi?

Distinguo i due processi Bolzaneto e Diaz, anche se le situazioni in realtà dal punto di vista di una valutazione processuale-politica sono molto simili. Prima di tutto per tutti e due i processi c’è un accertamento oggettivo dei fatti. L’accertamento oggettivo dei fatti è chiarissimo, a Bolzaneto ci sono stati oggettivamente dei comportamenti che potrebbero essere definiti torture: ci sono state persone pestate, tenute in piedi ore e ore, insultate, non solo con violenze gravissime, ma con violenze lunghe e continuate che hanno portato soprattutto terrore, paura e meccanismi tipici della tortura, che difficilmente è una violenza che lascia conseguenze fisiche enormi, ma che lascia conseguenze psicologiche pesanti. Questo non è in discussione. Penalmente sono state accertate delle responsabilità a buona parte degli imputati, quasi tutti sostanzialmente, anche se per quasi tutti c’è stata la prescrizione visto che la tipologia di reato prevede una prescrizione abbastanza breve [NDR. sempre perché in Italia non esiste un reato specifico di tortura]. Quindi c’è la prescrizione penalistica e un risarcimento del danno civile a carico loro e a carico dello Stato che accerta non solo il fatto, ma anche la responsabilità delle persone condannate.

E sulla Diaz?

Sulla Diaz è stato accertato che i poliziotti sono entrati ed hanno massacrato la gente. E stato accertato che le ferite non erano ferite pregresse, che le molotov non erano li dentro, ma sono state portate dentro dalle forze dell’ordine e che la coltellata che diceva di aver ricevuto un agente del VII nucleo, fatto a cui era stato dato molto risalto, era stata inventata. Sul fatto che lì non ci sia stata una reale resistenza, che gli agenti sono entrati e hanno massacrato la gente, che sia stata inventata una ricostruzione fasulla di quel che successe perché si doveva coprire il massacro, ecco su questi punti la ricostruzione è ormai pacifica.

Chiaramente poi, le responsabilità penali sono personali e la sentenza della Corte di appello, a mio parere giustamente, ha ritenuto tutti sostanzialmente responsabili: una parte responsabile di essere entrata ed aver fatto il massacro e una parte responsabile di aver coperto e di aver portato le prove false.

Come ragionamento anche alla Diaz come Bolzaneto, l’accertamento dei fatti è chiaro: questa è stata un’operazione di massacro e di copertura del massacro tramite falsi verbali.

Poi se devo fare un’ ulteriore valutazione politica, penso agli agenti di forze dell’ordine che ho difeso perché accusati di reati molto meno gravi e neanche paragonabili a questi, e che hanno dei blocchi di carriera, difficoltà di trasferimento sino a quando non hanno l’assoluzione completa. L’eccezione invece è per quelli della Diaz che hanno fatto tutti una carriera sparata.

Vogliamo fare dei nomi, giusto per ricordarli?

Tutti gli imputati, Luperi, Gratteri, Canterini, Mortola. Se prendi l’elenco degli imputati tutti hanno fatto carriera.[NDR. De Gennaro per depistaggio, Caldarozzi, Perugini, Troiani, Ferri,]

Lei pensa che possa essere ritenuto un modus operandi generalizzato quello dei falsi verbali nella gestione quotidiana dei verbali di arresto?

Qualche volta succede e qualche volta mi è capitato di qualche cliente che mi ha raccontato di qualcosa che non quadrava. Però nella media non mi sento di dire così. Ritengo che debba essere considerata un’eccezione, eccezione ancora più grave, ma che non ha nulla a che vedere con il comportamento di tutti i giorni. Certo possono succedere singoli abusi, di singole persone, ma non sono strutturati, non sono organizzati, non sono comandati e non sono coperti. La cosa gravissima è proprio che lo Stato ha protetto queste persone, cosa che non fa nei piccoli casi di tutti i giorni. Questi invece hanno avuto una totale copertura politica. E si parla di gente massacrata mentre era detenuta o di gente massacrata mentre stava andando a dormire.

Si è mai domandato perché sono stati coperti e i capi promossi?

Per decisione politica, questa è gente molto potente che ha dei collegamenti politici e la parte politica, tra virgolette, più legata li ha coperti. Punto, fine. Da parte della politica coprire i responsabili di quel che è successo alla Diaz, perché poi sono soprattutto loro che hanno beneficiato di questa copertura, è un grave atto di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. Perché significa che tu ritieni che non ci siano persone che siano in grado di sostituirle. Invece io ritengo che ce ne siano di persone perbene che possono fare bene il loro lavoro e che anzi, lo faranno tanto meglio quanto prima verranno allontanati quelli che lo hanno fatto male.

Che atmosfera c’era in aula? Guardando gli imputati vedeva vergogna o che cosa?

Ne sono venuti pochissimi e quei pochi hanno sostanzialmente negato tutto. L’atteggiamento quindi non era di ammissione o di scuse.

Le persone che ha difeso nei vari processi si sentono risarcite dalla giustizia dei tribunali?

No, perché non sono stati ancora risarciti. Lo Stato non ha ancora versato la provvisionale per Bolzaneto, ma solo per la Diaz. Lo Stato ha riconosciuto una somma minima che è stata indicata mediamente in 10.000 euro per Bolzaneto e in 7.500 per la Diaz. Ci sono persone che portano ancora oggi i segni di quel che successe ed è difficile dire che si sentano risarciti. E poi i tempi lunghi della giustizia e vedere le persone promosse, parlo soprattutto della Diaz è un’offesa che una somma di denaro non può equilibrare. Se invece avessero visto che queste persone venivano messe da parte e che fosse riconosciuta una responsabilità politica sarebbe valsa più del risarcimento del danno. Come segnale dello Stato. Perché poi queste persone chiedono che qualcuno dica che in uno stato civile non si fa in quel modo. Non è una questione di somme di denaro, che è significativa soprattutto per qualcuno che ha subito lesioni gravi, ma per chi ha subito lesioni psicologiche e traumi pesanti, nel senso che magari hanno paura del posto di blocco della polizia che controlla il limite di velocità perché pensano a quello che gli è successo dieci anni prima. Per loro il problema non è la somma di denaro, per loro il problema sarebbe vedere che chi ha commesso certe cose venga in qualche modo sanzionato, già la condanna penale è comunque un riconoscimento simbolico, ma soprattutto per i vertici, l’idea che possiano continuare a essere capi, francamente è abbastanza offensivo.

Mi conferma che con la prescrizione nessuno dei condannati andrà in galera?

Quelli che hanno avuto la prescrizione non vanno certamente in galera, per qualcuno che non l’ha avuta, bisognerà vedere perché c’è anche una parte della pena ricoperta dall’indulto, quindi restano quasi tutti sempre al di sotto dei tre anni, ed è ragionevole pensare che non possano finire in carcere e magari possano fare un affidamento in prova ai servizi sociali. Sa, io faccio l’avvocato difensore e vedere la gente in carcere non mi da mai soddisfazione, il mio problema non è quello, ma pensare che a responsabile dei nostri servizi segreti ci sia uno che come sua linea difensiva mi viene a dire che è stato ingannato da un autista.

Ingannato da un autista?

Nel dire che la molotov era in un posto piuttosto che in un altro. Onestamente, in quel contesto, quando abbiamo letto il verbale di arresto tutti ci siamo detti: “Ma come ci è finita li dentro questa molotov?” E lo abbiamo capito dopo poco che era fasullo.

Quindi pensare che i massimi esperti dell’intelligence italiana non l’abbiano capito e che siano stati ingannati è un insulto all’intelligenza. Perché questa è la loro versione difensiva, perché la versione più normale e più sensata è che hanno fatto loro l’inganno. E allora, se sono gente che costruisce prove false non possono stare ai massimi vertici.

Che dovrebbe fare uno stato civile?

Uno stato civile intanto leva il capo della polizia e poi il processo penale accerta le responsabilità personali. La politica valuta le responsabilità politiche e dice: benissimo, questa è un’operazione catastrofica e i responsabili di quest’operazione catastrofica li togliamo dai vertici.

Cambiamo discorso che è meglio, lei sa chi sono i GOM? Erano o non erano a Bolzaneto?

C’erano, ma non ci sono agenti dei GOM fra gli imputati perché non è stato riconosciuto ai GOM un ruolo organizzativo. In pratica a Bolzaneto, tranne rarissimi casi, non è stato riconosciuto quasi nessuno di quelli che hanno materialmente picchiato.

I detenuti non hanno riconosciuto i loro carnefici?

Esatto. Anche perché c’è stato tutto il problema delle fotografie, che sono arrivate in ritardo, che sono arrivate piccole, oppure come le chiamavano noi, foto della prima comunione, cioè molto vecchie, quindi difficilmente riconoscibili. Risultato pratico è che i riconoscimenti di persone responsabili di singoli episodi erano molto difficili, anche perché i riconoscimenti sono avvenuti a distanza di mesi e perché le persone erano in stato di profonda soggezione e spesso gli veniva detto di non guardare e di tenere gli occhi bassi. In questo contesto il riconoscimento era molto difficile. Quindi quasi tutti gli imputati non erano persone responsabili di singoli episodi, ma persone responsabili di ciò che avveniva nella singola stanza e nella singola struttura. I GOM non avevano responsabilità di questo tipo. Si sarebbero dovuto occupare delle traduzioni, scorte e accompagnamento dei detenuti nei carceri. Ufficialmente stavano fuori rispetto alla struttura. Ci sono segnali che probabilmente qualcuno dei GOM stava in quello che poi è stato chiamato “comitato d’accoglienza”, cioè gli agenti che pestavano all’arrivo a Bolzaneto. Non c’è però, ripeto, nessun accertamento personale.

E adesso cosa si aspetta per il giudizio di terzo grado in Cassazione?

Personalmente ritengo che mentre per Bolzaneto, dove ognuno è responsabile di tante singole condotte, sia possibile che qualche singolo possa essere ritenuto senza responsabilità, alla Diaz è molto più difficile perché le condotte sostanzialmente sono due: chi ha falsificato e chi ha pestato e chi ha falsificato ha falsificato per davvero come chi ha pestato lo ha fatto per davvero.

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4 risposte a “Stefano Bigliazzi. Avvocato”

    1. Buongiorno, grazie del suo intervento.
      Non è comunque l’unico ad avere i brividi, soprattutto per come si sono sviluppati gli eventi, i processi, le promozioni, le prescrizioni e tutto il bel contesto nel quale ci è dato di vivere.

    1. Buongiorno, grazie del suo intervento.
      Non è comunque l’unico ad avere i brividi, soprattutto per come si sono sviluppati gli eventi, i processi, le promozioni, le prescrizioni e tutto il bel contesto nel quale ci è dato di vivere.

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