
Gli ambulanti di Genova hanno scioperato per l’ennesima volta, almeno la sesta in due anni . Questa volta contro le aree blu, volute a tutti i costi da una politica genovese che non ascolta i cittadini, pretendendo di esserne portavoce.
Per comprendere i motivi di questa protesta, Il Secolo 21 intervista Giuseppe Occhiuto del sindacato AVAL, in prima linea per difendere la sua categoria, e i cittadini, dalle castronerie dei nostri cari politici.
Perché la manifestazione?
Questa manifestazione è servita per far capire a tutti che ci sono persone che continuano a decidere per noi, delle nostre vite e dei nostri destini, mentre non sono assolutamente legittimate a farlo.
E perché non lo sarebbero?
E’molto semplice: l’85% dei commercianti non è iscritto a nessuna associazione di categoria. Invece i soliti 5-6 soggetti, da Confesercenti, Ascom e dalla circoscrizione che fa capo all’area di partito e non dirà mai di no, ci dicono che le associazioni e quindi le categorie, sono d’accordo sulle aree blu. Ma di chi stanno parlando? Noi come AVAL raggruppiamo 460 ambulanti, Confesercenti 20. Nonostante questo a discutere i nostri problemi sono sempre loro, perché chi è contrario non lo invitano proprio. Ieri in manifestazione, oltre ai commercianti in sede fissa, c’erano anche i residenti di S. Fruttuoso che finalmente hanno avuto l’opportunità di far sentire la loro voce contraria. Invece tutti i giornali ci dicono che Farello, l’Assessore alla Gestione Traffico e Mobilità Urbana, le associazioni di categoria e le circoscrizioni sono di diverso indirizzo, ma non possono pretendere di essere legittimi se non rappresentano nessuno.
In quanto rappresentante degli ambulanti, AVAL come si rapporta a Confesercenti e Ascom?
I rapporti con le due associazioni sono incompatibili perché, a differenza nostra, loro hanno una linea sindacale da seguire che ormai non corrisponde più alle esigenze degli operatori su aree pubbliche. Noi invece siamo prima di tutto ambulanti e poi sindacalisti coscienziosamente impegnati.
Che ruolo hanno a suo parere queste associazioni di categoria?
Hanno un ruolo dominante, controllano e gestiscono tutto. C’è un parallelo fra i sindacati e la politica e cioè, che pur essendo un numero molto limitato di persone, una minoranza, ci lasciano credere attraverso i mezzi di comunicazione di essere, i primi, i rappresentanti dei lavoratori, e i secondi, i rappresentanti dei cittadini. Il problema è che tutto ciò non corrisponde alla verità perché non ci conoscono e non sanno neanche quello di cui abbiamo bisogno.
Esiste una connessione fra l’attuale crisi economica e la politica che ci governa?
A mio parere crisi economica e politica sono fortemente connesse tra di loro. Credo infatti che l’attuale crisi economica sia stata generata da una crisi politica molto più profonda che è nata prima del dissesto finanziario. Una volta c’era la democrazia che governava e, attraverso le sue regole, redistribuiva ricchezza e potere, impedendone la concentrazione nelle mani di poche persone. Poi si è passati alle finte democrazie che hanno permesso tutto agli speculatori: basta ricordare Parmalat, Cirio, banche, bond argentini. Il solo fatto che questa classe politica ha concesso tutto ciò, significa che questi governanti nulla hanno potuto fare per impedire il disastro a cui tutti siamo sottoposti. A questo punto è facile prevedere una crisi di fiducia da parte degli elettori nei confronti di tutta la classe politica, che ha tradito la povera gente, ingannandola con una politica mediatica fatta di spot e di visibilità televisiva vuota, senza alcun contenuto. E’ difficile immaginare quale sarà lo strumento che le grandi masse disorganizzate e senza guide credibili utilizzeranno per liberarsi da queste persone che credono di controllare quasi tutto, certamente una delle poche cose che loro non possono controllare sono le coscienze delle persone che attualmente sono costrette ad essere unite da un denominatore comune, cioè la sofferenza, che sta producendo un sentimento collettivo spirituale l’apostasia politica, che altro non è che la somma di tutti gli errori fatti da questa povera classe dirigente prigioniera del potere economico che ha impoverito il mondo.
Perché siete così contrari alle Aree blu?
Ti faccio un semplice esempio, in tre anni di area blu in Piazza Palermo ( uno dei mercati più grandi della città) abbiamo perso il 50% degli affari. Non si può andare a comperare in un posto dove ti impongono di spendere per poter spendere. Tutto il contrario della grande distribuzione insomma.
Se non cambia l’andazzo che prevedi per il futuro di questa città?
Chi ha potere economico potrà continuare a fare tutto e gli altri? E’ bestiale, ma la grande maggioranza delle persone è condannata.
Cittadini di Sestri, Pegli, Voltri, Prà, Sampierdarena, Pontedecimo, Molassana, Rivarolo e Certosa siete avvisati: è in arrivo l’area blu.