Durante le recente corsa alle elezioni amministrative genovesi ho avuto il tempo di porre due domande a Marco Doria, divenuto poi sindaco di Genova. Era fine marzo.
Genova è la prima città italiana per quel che riguarda il riciclaccio di denaro provente dalla criminalità organizzata. Come percepisce questo fenomeno? Pensa di essere pronto a un ciclo amministrativo in questo contesto?
Recentemente come tantissimi cittadini ho partecipato alla manifestazione di Libera e ho detto che la manifestazione svoltasi a Genova aveva il merito straordinario di farci ragionare sul pericolo di questa infiltrazione da parte della criminalità organizzata nel nord Italia che non è affatto immune. I compiti del Comune e le possibilità di azione non sono specifici nel contrastare la criminalità organizzata, però sarà compito del Comune utilizzare tutte le conoscenze a sua disposizione, ad esempio sulla distribuzione della proprietà degli immobili o le aperture di esercizi per agire assieme agli organi che, per compiti istituzionali, si dedicano al contrasto della criminalità organizzata. Il problema esiste ed è serio, non lo sminuisco in alcuno modo, ma non è compito specifico del sindaco. Sicuramente l’Amministrazione dovrebbe impegnarsi a cooperare in tutti i modi con i soggetti come magistratura, DDA, Prefettura, Questura e forze dell’ordine che hanno il compito di intervenite in questo ambito.
Può nominare qualche famiglia dell’ndrangheta che ha interessi a Genova?
No, perché non ho studiato il problema. Se lo sapessi lo direi.
Torniamo ad oggi. Su Facebook leggo un post di Cristian Abbondanza, Presidente della Casa Legalità di Genova che dice:
Il Giudice dell’Udienza Preliminare di Torino in merito alla querela presentata contro l’Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità dal pm Alberto Lari, non accoglie la richiesta di rinvio a giudizio e rimanda gli atti alla Procura che se lo ritiene deve procedere con citazione diretta…
Fra le altre cose, il lavoro della Casa della Legalità consiste nello stimolare chi di dovere, in questo caso magistrati, a lavorare solertemente. A indagare dove ci sono movimenti sospetti. A muoversi su aspetti in cui capita spesso chi rovistando nel torbido arriva a toccare interessi costituiti che alcuni preferiscono, per differenti motivi, lasciare al di fuori dal dominio pubblico.
In questo caso, ma anche in altri, alla critica nei confronti del lavoro dei magistrati, gli stessi giudici Alberto Lari e Vincenzo Scolastico rispondono con la denuncia. Ed effettivamente chi più di loro può ricorrere a questo metodo legale dissuasivo per la libertà di pensiero. Perché se una critica è documentata diventa legittima e non può essere dichiarata diffamatoria.
Durante la manifestazione dello scorso marzo, Don Ciotti, di Libera disse: «Il vero problema è la zona grigia del Paese” e Don Gallo sottolineò: «Anche il silenzio della Chiesa è colpevole».
La zona grigia per definizione sfugge alla classificazione rigida di chi sta con e di chi sta contro. Sotto questo profilo si potrebbe domandare che il neo sindaco Marco Doria, esprima la sua opinione in merito a questo aspetto della vita pubblica genovese, proprio come annunciò durante la campagna elettorale.
Perché la zona grigia esiste tutti i giorni e non solo alle manifestazioni.
Per approfondire:
Il secolo 21 on mozica01.
Garanzia di informazione a Genova e in Liguria
http://www.mozica01.com/it/links
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