Il Secolo 21

Il Secolo 21 è un esperimento informativo.

Una sfida in questa epoca di rovesciamenti sociali e culturali.

In un mondo dove le tecnologie hanno notevolmente potenziato l’ accesso all’informazione da parte del cittadino, corrispondendogli nuovi poteri (ma anche nuovi doveri) e mentre la stessa crescita esponenziale di differenti fonti di informazione crea le basi per un indistinto flusso continuo di notizie e interpretazioni della realtà, Il Secolo 21 ha come obbiettivo il fornire un’informazione basata su un concetto tradizionale di giornalismo, giornalismo che indaga, racconta, non rifiuta una domanda per imbarazzo e non giustifica il silenzio per sudditanza o la retorica per compiacenza. Il nostro lavoro punta a dare spazio alle voci che rimangono confinate all’esterno del dibattito pubblico, interrogate solo di rado e con i pregiudizi di una politica autoreferenziale, retorica e ancorata al secolo scorso.

I nostri doveri ci sono chiari, essere onesti ai lettori e a noi stessi, cominciare, scrivendo, a tessere le basi per una civiltà del XXI secolo, dove i diritti umani, dei lavoratori, non siano l’unico aspetto indebitamente archiviato dal secolo che ci siamo lasciati alle spalle.

IL GIORNALISTA:

Il giornalista non finisce il suo lavoro quando ha terminato l’articolo, butta via la penna, e sospira sollevato: per oggi basta. Nel mondo non esiste una “chiusura”, come nelle redazioni. Il giornale esce, ma il mondo va avanti ed il giornalista, quello vero, già osserva e guarda al domani, al dopodomani, cerca la prossima “materia”, quel misterioso condensato di propositi e incidenti, di tragedie che colpiscono i popoli e di smorfie della stupidità, di intrighi umani e concatenazioni del Caso, in ogni istante, dappertutto nel mondo. Scrivere sui giornali è una condizione, una condizione nervosa.

Di solito preferisco il giornalismo che assomiglia alla poesia, piuttosto che la poesia che assomiglia al giornalismo… Amo quella tensione nervosa, amo quell’istante in cui sento di essere riuscito a catturare qualcosa del tempo che scorre.

SA’NDOR MA’RAI

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