Dall’inviato Pompilio Struzzo la cronaca minuziosa dei clamorosi eventi che hanno riportato Roma nella spirale della violenza. Questa volta gli scontri alla manifestazione dei pensionati.
Pensionati senza freno a Roma. Alemanno disperato. Maroni: “Reintroduciamo la
Linea Gotica.”
Roma – 29 ottobre.
Con le ferite ancora aperte dopo i gravi fatti che hanno traumatizzato la capitale il 15 ottobre, torna la paura a Roma, in occasione della manifestazione indetta dal sindacato dei pensionati Spi/Cgil. “Nessun Dorma” il profetico nome dato all’iniziativa, e difatti nessuno oggi può godere del meritato riposo del fine settimana. Già dalla notte di giovedì decine di pullman carichi di anziani indignati hanno cominciato ad invadere le strade. La concentrazione era in Piazza del Popolo alle ore 10 di mattina, i pensionati avevano sostenuto nelle settimane precedenti che sarebbero scesi in piazza “per dire no alle politiche economiche di questo Governo, no ai tagli dello stato sociale” e che il raduno nazionale sarebbe stato “una grande manifestazione, pacifica e combattiva” ed effettivamente i primi attimi si sono svolta senza incidenti, in un gioioso clima di serenità e festa. Ma presto alle allegre e svolazzanti bandiere rosse del sindacato si sono sostituiti i bastoni: impugnati con mano malferma ma decisa, si sono abbattuti con indicibile violenza su quanto capitava alla loro portata.
Arzilli vecchietti in passamontagna hanno dato l’assalto a banche e catene alimentari, oltre naturalmente agli odiati uffici postali percepiti dai deliranti anziani come “il nemico di classe da abbattere”, slogan dal retaggio antico di cui francamente non si sentiva proprio il bisogno.
Le ricostruzioni sono ancora incerte, ma da quanto siamo riusciti a sapere piccoli gruppi di pensionati non appartenenti ad alcuna organizzazione o sigla sindacale si sarebbero intrufolati nel corteo Spi, impegnandosi ripetutamente in scontri con le forze dell’ordine e colpendo con una rabbia tanto inaudita da rovinare di fatto le ragioni di una giornata di lotta altrimenti memorabile.
I tafferugli sono andati avanti per ore, estendendosi al resto della città dove sono stati contrastati dagli stessi manifestanti, dando luogo ad interminabili battibecchi, ma dove pure i violenti hanno via via raccolto le simpatie di diversi passanti.
Casalinghe coi bigodini in testa hanno messo a ferro e fuoco la zona intorno al Circo Massimo; diverse badanti sono state viste rovesciare dalle finestre delle case il contenuto dei cateteri dei propri assistiti sulle forze dell’ordine, nel disperato tentativo di rallentare l’avanzata dei celerini.
Stando a quanto è trapelato finora sarebbero addirittura rimaste coinvolte nei disordini alcune attempate signore olandesi fermate e successivamente identificate dalle forze dell’ordine come distaccatesi da un gruppo di turisti giunti in città da pochi giorni:
tutti gli indizi hanno portato gli investigatori ad ipotizzare un quanto mai plausibile asse internazionale della sovversione che, partendo da Vimodrone e ruotando intorno ai covi di Lourdes e Medjugorje, arriverebbe a lambire i Paesi nordici appunto.
Verso sera infine una moltitudine ormai inarrestabile di vecchietti si è riversata nella piazza
di Montecitorio con mazze e bombe carta e, nella nebbia causata dai fumogeni appositamente portati dai facinorosi, ha infine dato l’assalto alle porte del Palazzo.
Il futuro del Paese dipende adesso da ciò che resta di Roma, ma avvisiamo fin da subito che gli irresponsabili nonnetti hanno scatenato l’inferno.
Il bilancio è di un’altra giornata di guerriglia, le colonne di fumo dei cassonetti dati alle fiamme sono state visibili fino a notte inoltrata. Il sindacato ha immediatamente preso le distanze dai fatti, condannando con forza l’accaduto: “Vecchi bulli” è stato il commento del Direttivo.
Secondo gli organizzatori i violenti sarebbero professionisti della devastazione da identificarsi con ex tassisti finiani assoldati a bell’apposta per creare scompiglio: il tutto resta avvolto da un alone di mistero davvero difficile da dipanare, le risposte a questi inquietanti interrogativi restano nascoste dietro quei passamontagna e quei volti tesi.
Quello su cui dobbiamo trovarci oggi tutti d’accordo e uniti è il rifiuto e la condanna delle dinamiche perverse imposte da una minoranza di vecchi ad una moltitudine che vuole esprimere pacificamente e legalmente la propria sacrosanta indignazione contro questa pace e contro questa legge.
Il conflitto sociale non è e non può essere il terreno dove lasciare agire indisturbati questi delinquenti sballati di antidolorifico.
“Pagherete tutto!” gridavano i poliziotti agli inferociti pensionati, riferendosi ai ticket ASL.