Governo tecnico: lezione di immigrazione.

Violenza razzista a Firenze.

Gli italiani sono per natura assistenzialisti, qui in Italia infatti, si continua ad assistere una classe politica. Una classe politica la cui inettitudine fomenta i problemi invece che risolverli e di rimando ci lascia assistere un paese che di giorno in giorno propone vecchie tragiche novità.

Torino-Firenze. Non la nuova linea privata per l’alta velocità inaugurata da quei filantropi di Della Valle e Montezemolo, ma l’asse di una vergognosa violenza razziale che erompe infrasettimanale nell’arena pubblica. Violenza scomoda e significativa.

Scomoda perché proprio mentre la cinghia del debito pubblico si serra più stretta intorno a moltissimi italiani, a Torino una ragazzina si inventa uno stupro che innesca un vigliacco linciaggio in un campo nomadi (fuoco vendicatore che esorcizza ancestrali paure e ignoranze) e a Firenze, due giorni dopo, Gianluca Casseri, pazzo omicida con simpatie xenofobe destrorse si arma da perfetto angelo sterminatore e lancia la propria sfida di piombo alla comunità senegalese fiorentina, che conta oggi due morti e tre feriti.

Così, mentre il governo Monti si tende sul baratro del fallimento-default con inaudita destrezza e spinta tecnica, questi episodi riportano il paese al confronto con qualcosa di meno tecnico che un mercato finanziario o che una crisi economica, qualcosa che portiamo avanti alla giornata e che alla giornata può esplodere nella più cieca follia.

Gli stranieri, gli immigrati, intanto ci guardano attoniti. Non è certo la prima volta che accadono episodi del genere, ma il punto è: cosa fanno le istituzioni per disinnescare l’ordigno del conflitto razziale? Poco e nulla, anzi a parte la retorica democratica, nel concreto gli effetti dell’impianto legislativo sull’immigrazione ( dalla Turco-Napolitano alla Bossi-Fini, passando per i vari pacchetti sicurezza maroniani) sono sotto gli occhi di tutti quelli che non lasciano all’indifferenza la soluzione dei problemi che non li riguardano in prima persona.

Queste persone sono criminalizzate, sfruttate e senza tutele, sulle loro spalle si compiono le carriere politiche dei politici securitari di destra e sinistra, sulle loro vite e sulla regolamentazione discriminatoria delle stesse si creano consensi bipartisan.

E allora bisogna legiferare, bisogna invertire la rotta che conduce alla banalizzazione di questo razzismo imperante. Come si può dire al cittadino di non attuare comportamenti razzisti se proprio la legge in primis si contraddistingue perché impregnata dello stesso razzismo?

Si è detto che Mario Monti e il suo esecutivo sono dei tecnici, gente non legata alla politica la cui virtù è appunto quella di entrare nel merito delle questioni come specialisti. L’attuale Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, donna di Stato, coraggiosa e di buon senso, è la persona che dovrebbe attivarsi per proporre delle soluzioni nel campo dell’immigrazione. Ecco quel che potrebbe domandarsi con coraggio e buon senso se volesse agire da specialista in questa spinosa materia.

Perché non annullare la vergogna giuridica del reato di clandestinità? Un reato contrario alla dichiarazione dei diritti dell’Uomo e strumento adatto esclusivamente a generare mano d’opera senza tutela sindacale e civile, altro che sicurezza.

Perché non dare il permesso di soggiorno agli immigrati che la forza pubblica trova a lavorare in nero? Se fossero italiani la ditta sarebbe fermata sino a quando non si attivasse per l’assunzione regolare. Questo perché il lavoro si tutela a prescindere dal colore della pelle e dal documento in tasca.

Perché non regolarizzare tutti gli stranieri che hanno partecipato alla sanatoria truffa? In migliaia manifestano per tutta la penisola chiedendo di ottenere quello per cui hanno sborsato i soldi, truffati da improbabili datori di lavoro e da uno Stato che con una circolare ha cambiato in corso le regole del gioco dopo che il piatto era già stato abbondantemente versato.

E infine, perché non far crescere tranquilli quei tanti nuovi italiani che imparano nelle scuole la nostra storia e la nostra lingua e si preparano a diventare i cittadini di domani?

Da un governo tecnico ci si aspetta risposte tecniche, astratte dal conflitto politico e portate avanti per il bene del paese. Rigore, crescita e sopratutto equità insomma.

Per approfondimenti seguire la rubrica IMMIGRAZIONE del Secolo 21.

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4 risposte a “Governo tecnico: lezione di immigrazione.”

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