
Globalizzazione. Il mercato, il capitale, la forza lavoro. Mentre in Italia esistono studi sull’invasione degli animali stranieri e sulle conseguenze nocive per la fauna autoctona, pensiamo ai piccoli scoiattoli italiani del parco di Nervi, la cui specie è stata sottomessa dai più grandi scoiattoli americani, come per i gamberi di fiume nella bassa Padania, in via di estinzione per colpa del cugino gambero americano, e mentre si riflette sulle conseguenze nefaste, per la biodiversità, della scomparsa di queste speci, in Italia si consuma senza nessuna riflessione l’estinzione di un’altra categoria: questa volta però sono esseri umani e sono gli operatori del commercio ambulante. Il Secolo 21 ha intervistato un venditore ambulante genovese lasciando spazio alle motivazioni delle sue difficoltà per campare.
Che significa lavorare al mercato in questo momento di crisi?
Negli ultimi due anni le difficoltà sono aumentate, un pò per il tempo, ma soprattutto perché la gente non frequenta più i mercati come una volta. Poi c’è la concorrenza scorretta dei grandi magazzini, su orari, parcheggi e prezzi: per il discorso orari, mentre loro sono sempre aperti il Comune non ci fa prolungare il nostro, il discorso parcheggi, che per fare spesa da noi i nostri clienti pagano cari, mentre per andare in un centro commerciale sono a disposizione gratuitamente. Insomma una volta la giornata la tiravi fuori sempre, invece adesso bastano due gocce e il mercato è deserto. Abbiamo perso i clienti della fascia di età giovane, loro vengono giusto il sabato, per il resto la nostra clientela è sopra i 50.
E tornando alla crisi economica?

Posso dirti che vent’anni fa incassavo di più con 1 quarto delle spese attuali, in questo periodo di crisi invece le spese sono triplicate se non appunto quadruplicate. Non faccio più la stima a fine giornata, la faccio settimanale e ho smesso anche di compararla con gli anni passati per non deprimermi. Ci fosse mio padre, anche lui ambulante per una vita, si rivolterebbe nella tomba.
Cosa offre il mercato che la Grande Distribuzione non offre?
Il mercato ti offre un contatto diretto con il venditore, sai cosa compri, al mercato abbiamo un’offerta merceologica molto vasta.
Il Comune ha deciso di attivare una task force – termine molto in voga che fa figo chi lo dice – di 007 che armati di metro e fotocamera possano verificare il rispetto delle dimensioni degli spazi all’aperto, insomma lotta dura ai furbetti dell’occupazione del suolo pubblico come siete stati descritti oggi dalla stampa cittadina. Si parla di multe e ritiro della concessione, che ne pensi? Come si sono accumulati i debiti per il pagamento del COSAP, cioè la tassa per l’occupazione del suolo pubblico?
Io sono indietro con il COSAP e problemi a saldare i conti li ho avuti negli ultimi 5 6 anni e non perché non volessi pagare. Adesso mi manca il 2008 e ho cominciato a pagare il 2009. Per 4 giorni alla settimana pago 3.900 euro all’anno. Per gli arretrati ho chiesto una dilazione e che mi venissero rateizzati, ma mi è stata negata perché sono moroso e perché adesso il COSAP per il 2008 andrebbe pagato entro il 30 giugno e quello del 2009 entro il 30 agosto. A queste condizioni non riesco assolutamente a far fronte al debito verso il comune.
Cosa pensi di questa rigidità del Comune alla luce delle novità introdotte dalla direttiva Bolkestein e cioè soprattutto la liberalizzazione delle vostre concessioni?

Posso solo pensare che non ci vogliano più per strada e vogliano invece agevolare il comparto della Grande Distribuzione attraverso la Bolkestein. Il massimo comunque è stato il giorno che il Comune mi ha negato la rateizzazione del debito, tornando sul mercato vedo tutto intorno una miriade di venditori abusivi, per carità non ce l’ho con loro, però bisogna dire anche che mentre loro possono lavorare senza pagare nulla, la Guardia di finanza mi ha multato di 150 euro per uno scontrino di 3.40 non emesso: ci mancherebbe avevano ragione, ma quando gli ho chiesto da che parte fossero arrivati al mercato mi hanno risposto dalla parte dove si erano riuniti gli abusivi e quando ho domandato ma loro scusate perché lavorano? Hanno fatto spallucce dicendo che non possono farci nulla, e mi hanno addirittura confidato che al posto mio anche loro farebbero gli abusivi.
Da quando abbiamo cominciato a scioperare il Comune tramite i vigili ha fatto partire un accanimento contro di noi, tutti i giorni di mercato ci sono i vigili che controllano furgoni, assicurazioni, le cinture alla guida: insomma ogni piccola cosa per farci una multa, tutto legale e corretto ovviamente, il problema è solo di buon senso.
Cosa pensi di fare nel caso il Comune continuerà con questa linea dura verso i suoi creditori?
Il giorno che mi tolgono il mio lavoro, e sono nato ambulante, anche mio padre lo era, io mi armo e mi metto a fare il delinquente e ci basta poco anche perché ormai siamo in una situazione che come ci muoviamo sembra che siamo dei ladri. La pastasciutta a casa la porto comunque.
Gira che ti rigira la frittata del consenso politico il discorso è chiaro ma frequentemente affossato: lo strapotere della Cina e dei suoi prodotti non può che distruggere le piccole medie imprese nostrane, e mentre dilaga l’abusivismo, punta estrema di un mercato sommerso, ci si accanisce istericamente su chi, gli abusivi, vendono per sopravvivere e su chi, i regolari, ignorano, e può capitare, i lacci burocratici o trasgrediscono lievemente secondo il buon senso limiti scritti dagli uffici, senza un contatto diretto con la realtà del lavoro. Una guerra fra poveri e nuovi poveri. Stimolata, indotta e sottovalutata.
La propaganda non salverà la categoria, forse ripensare una certa dose di protezionismo declinato al terzo millennio potrebbe portare un pò di ossigeno se non nel breve nel medio lungo periodo. Sempre che quando lo si capirà, oltre la Grande Distribuzione ci sia rimasto qualcuno.
Puntate precedenti:
Il Suq di Via Turati e il destino degli ambulanti.
Precarietà e Grande Distribuzione. Intervista a Renato Curcio.
Bolkestein, dall’Europa la direttiva ammazza ambulanti.
Cronaca dalla crisi, sciopero della fame prenatalizio.
Giuseppe Occhiuto, sindacato venditori ambulanti liguri.

Salve,sono un ragazzo di 33 anni,provengo da famiglie ambulanti e viste le ultime metamorfosi di essi sono pienamente consapevole, anche per aver operato in organizzazioni d’eventi delle nostre (presunte) associazioni, che l’attenzione politica e’ rivolta allo spostamento del bacino d’utenza verso la grande distribuzione.Provando in piu’ situazioni a coinvolgere e spiegare agli ambulanti della gravita’ della cosa, riscuotevo consensi ma non adesioni di mobilitazioni, perché il singolo non va’ oltre un commento, ma l’utenza, nella sua completa pienezza,oltrepassa muri invalicabili, purché convinta che l’obiettivo deve restare unanime, salvaguardare i propri diritti!Ora,ho intrapreso una strada diversa e indipendente, ma mantenendo costantemente monitorato questo mio cruccio, rendere l’ambulante un movimento ampio,caratterizzato da regolarità e costanza, da impegno ed esigenze obiettive,la rinascita del mercato,rivisitata in modalità di marketing dei nostri tempi.Ci vuole unione e questo è un cavillo per la categoria. Ma si puo’ fare. Distinti Saluti
Salve,sono un ragazzo di 33 anni,provengo da famiglie ambulanti e viste le ultime metamorfosi di essi sono pienamente consapevole, anche per aver operato in organizzazioni d’eventi delle nostre (presunte) associazioni, che l’attenzione politica e’ rivolta allo spostamento del bacino d’utenza verso la grande distribuzione.Provando in piu’ situazioni a coinvolgere e spiegare agli ambulanti della gravita’ della cosa, riscuotevo consensi ma non adesioni di mobilitazioni, perché il singolo non va’ oltre un commento, ma l’utenza, nella sua completa pienezza,oltrepassa muri invalicabili, purché convinta che l’obiettivo deve restare unanime, salvaguardare i propri diritti!Ora,ho intrapreso una strada diversa e indipendente, ma mantenendo costantemente monitorato questo mio cruccio, rendere l’ambulante un movimento ampio,caratterizzato da regolarità e costanza, da impegno ed esigenze obiettive,la rinascita del mercato,rivisitata in modalità di marketing dei nostri tempi.Ci vuole unione e questo è un cavillo per la categoria. Ma si puo’ fare. Distinti Saluti
Tutto il mondo politico che conta sta favorendo con vari mezzi la grande distribuzione, da una parte facendo la guerra agli ambulanti, senza mai ascoltare veramente la loro campana, e dall’altra dando alla grande distribuzione tutte le agevolazioni che necessita. Io ricorderei che questo modo di agire è pericoloso su due livelli: nella grande distribuzione i lavoratori sono sotto pagati e difficilmente difendibili dai sindacati e dall’altro lato la GD snatura quel rapporto diretto così fondamentale nel commercio ambulante. C’è la solita mancanza di lungimiranza che caratterizza la classe politica italiana a favore del profitto a breve termine.
L’unione dei lavoratori non è sempre facile da ottenere in questo senso AVAL a mio avviso sta facendo un gran lavoro.
Grazie per il suo intervento aspetto ulteriori sue riflessioni.
Un caro saluto
Fabrizio Dentini
Il Secolo 21