Di seguito il nuovo intervento di Giuseppe Occhiuto, presidente dell’AVAL, associazione venditori ambulanti liguri, che rivolgendosi all’Assessore Farello domanda l’istituzione di un mercato domenicale in Via Ceccardi per poter lavorare nel periodo pre natalizio. Lo sciopero della fame sembra essere rimasto l’unico mezzo efficace contro la crisi dell’economia e della politica genovese.
La nostra categoria sta vivendo uno dei momenti più drammatici che dal dopoguerra si ricordi, abbiamo urgente necessità di poter lavorare nei giorni festivi che precedono il Natale. Le nostre famiglie non possono attendere ed è per questo che sono stato costretto ad attuare la forma di protesta estrema dello sciopero della fame. La prego di prendere in esame la nostra richiesta considerando che abbiamo ancora a Genova moltissimi banchi di pregio, i quali, per necessità, la Domenica sono costretti a spostarsi attraverso il Consorzio di Forte dei Marmi in altre città. Purtroppo se non offriremo loro l’opportunità di lavorare nella nostra città ci ritroveremo sempre più poveri, sia di uomini che di imprese che non hanno più tempo per capire se Genova abbia ancora qualcosa da offrire.
Da giovedi 19 novembre ho iniziato quindi uno sciopero della fame per cercare di sensibizzare l’opinione pubblica e quella dell’assessore alla mobilità urbana Simone Farello .
Per questo motivo richiedo all’assessore Farello l’istituzione del mercato domenicale in via Ceccardi nei giorni 6-8-13-20 del mese di Dicembre.
In una città con più di 40 mila persone con più di 70 anni che vivono da sole i mercati rivestono un’importanza sociale strategica. Le parole di Giuseppe Occhiuto qualificano una richiesta concreta con uno strumento estremo come lo sciopero della fame e fanno riflettere sulla relazione fra i problemi economici del settore, la qualità della vita dei genovesi, in una città dove per il primo anno sono chiuse più attività di quelle che sono aperte e un contesto nel quale la grande distribuzione monopolizzata da COOP provvede a rendere Genova una delle città più care d’Italia.