Mi pare evidente osservare la delusione diffusa rispetto alle aspettative che aveva suscitato prima la candidatura e poi l’elezione di Doria, per il cui successo in tanti ci siamo mobilitati offrendo anche eventuali consulenze professionali senza alcuna contropartita di alcun tipo e senza mai voler apparire o essere gratificati. E’ sicuramente vero che il “buio pesto” in cui sono state relegate tutte le amministrazioni locali, anche ma non solo a causa della crisi finanziaria, uccide ogni speranza. Tuttavia, ci si aspettava quantomeno un po’ di rispetto per la trasparenza, per il rigore, per una spending review che può benissimo conciliarsi con un risanamento effettivamente democratico dell’amministrazione pubblica e dei rapporti col privato. Doria, come altri sindaci dell’ultima tornata elettorale tanto applaudita dalla sinistra, sembra essersi subito annegato nei meandri dell’apparato comunale scordandosi del confronto regolare promesso ai vari quartieri e settori sociali della città.
La trovata geniale della sua comunicazione via youtube è forse la concezione del dialogo e della trasparenza a cui ormai dobbiamo rassegnarci per sempre? E in particolare, cosa è cambiato nel campo del governo locale della sicurezza e delle gravi insicurezze da decenni del tutto ignorate ma tanto devastanti per buona parte della popolazione? Un grottesco e purtroppo tragico richiamo: la sindaca Vincenzi e il suo assessore alla sicurezza che si atteggiava a ‘sceriffetto’ nel 2009 ostentarono la loro grande solerzia per la prevenzione presentando uno strabiliante braccialetto per dare sicurezza ai … turisti, poi dissero anche alle donne sole, bambini (sic!) e ai vecchietti (si vedano qui le immagini e l’articolo: http://genova.repubblica.it/multimedia/home/4705005/1/2). Intervistato da Fabrizio Dentini (vedi http://www.ilsecolo21.it/societa/sicurezza-isteria-collettiva-o-reale-preoccupazione-intervista-a-francesco-scidone-assessore-alla-citta’-sicura-di-genova), lo stesso assessore facendone il bilancio affermava:
“I braccialetti sono costati in totale 19.500 euro, compresi 4 mesi di sperimentazione, i questionari di gradimento per i 50 volontari e il call center di Milano attivo 24 ore su 24. Almeno il 50% dei volontari, anziani, donne, lavoratori notturni, hanno cambiato le loro abitudini e sentendosi più sicuri hanno cominciato ad uscire di sera o da soli. A livello di maggiore percezione di sicurezza quindi è stato considerato un ottimo strumento. Nella realtà però è stato usato solo una volta in 4 mesi (sottolineatura nostra).
Ma, nessun passo indietro:
“stiamo pensando di inserire gratuitamente dei ricevitori WI-FI proprio nei lampioni e poi fornire, a chi lo desidera, un software per i telefonini che potranno avere quindi la funzione di sicurezza dei braccialetti, ma anche una valenza turistica, informando sulle offerte del territorio”.
Da notare che peraltro gli stessi operatori del settore turistico dissero che era controproducente ovviamente perché se un turista sente che c’è bisogno del braccialetto per sentirsi sicuro penserà che la città è in mano alla criminalità (il che è stato ed è totalmente falso … “in questa città si muore di noia e si ha solo la sensazione del declino generalizzato” è questo che dicono tanti giovani intervistati durante recenti ricerche in università!).
Purtroppo il risvolto tragico della vicenda è stata la tragedia del Fereggiano: perché nessuna giunta dal 1945 ad oggi s’è preoccupata di avviare un piano di prevenzione dei disastri ch’eppure sono ben frequenti in questa città e in Liguria e ahinoi in tutta Italia? Di quale sicurezza si parla quando in questa città sono morte centinaia e centinaia di persone sul lavoro e nelle zone circostanti le diverse attività o per malattie professionali o contratte da inquinamento? Cosa fa la polizia municipale per fare prevenzione e repressione dei reati inerenti la salute pubblica e l’ambiente? Chi sono i criminali, la decina di ambulanti abusivi? Cosa s’è fatto per la razionalizzazione democratica dei diversi servizi della polizia municipale? E’ normale che un comune metta a bilancio l’aumento delle multe? Persino i sindacati della polizia locale hanno denunciato diversi fatti quantomeno discutibili (premio di “produzione” per le multe, ecc. ecc). E’ tutto falso quanto raccontano diversi ambulanti REGOLARI a proposito di quella sorta di ‘pizzo’ che sembra esigono alcuni agenti ? (non solo della PM).
La vicenda dell’ambulantato
Da più di vent’anni le grandi firme sono mobilitate contro la “concorrenza criminale” da loro attribuita alla vendita illecita di merci contraffatte. Uno stuolo di società di investigatori privati viene pagato per questa “grande lotta” a tutela dei marchi in nome della difesa della “qualità”, del “made in Italy” o negli altri paesi europei. Le procure dei tribunali, la guardia di finanza, le polizie municipali e anche le altre polizie sono state sempre più sollecitate a impegnarsi regolarmente per questa “sacrosanta causa” (vedi rapporto del ministero dello sviluppo economico su ‘La lotta alla contraffazione in Italia nel quadriennio 2008-2011’, http://www.uibm.gov.it/iperico/Report_Iperico_2012/Iperico2012.pdf).
Da più di vent’anni, quasi ogni giorno, in tutto il territorio italiano e in particolare nelle città e d’estate anche nelle spiagge si ripetono le scene ormai note: blitz di agenti della polizia municipale con o senza agenti della guardia di finanza, fuggi-fuggi degli ambulanti abusivi che cercano di recuperare la loro mercanzia ma spesso non ci riescono; a volte vengono inseguiti dagli agenti che in diversi casi non esitano a usare modalità muscolose per poi sequestrare le merci (è facile fare una rassegna stampa di tutte questi fatti). In altre parole, tanto per cambiare, il target privilegiato della crociata contro l’ambulantato abusivo e la contraffazione sono le cosiddette “prede facili”, cioè gli immigrati irregolari e anche regolari che così finiscono per essere denunciati per reati che rischiano di essere puniti con pene molto severe, a volte sono arrestati perché accusati anche di essere loro gli aggressori di agenti di polizia e quindi sono destinati anche all’arresto, ad anni di carcere e poi all’ espulsione. Come si sa il cumulo di pene può dilatarsi sino a condanne comparabili a quelle comminate per reati gravissimi come gli omicidi o addirittura per criminalità organizzata di tipo mafioso.
Le domande banali che tutti conoscono ma alle quali le autorità politiche, amministrative, di polizia, della magistratura nonché le grandi firme non rispondono sono semplicemente le seguenti: chi ha inventato il mercato delle merci contraffatte, gli immigrati che le vendono o chi da decenni ha favorito lo sviluppo delle economie sommerse? Se alcuni immigrati (e precisiamo sono solo una minoranza) vendono tali mercanzie non è forse perché c’è una domanda di queste da parte di italiani? Qual è la differenza effettiva fra queste merci e quelle vendute trenta o anche quaranta volte di più nei negozi con la pretesa di essere griffati assolutamente originali o unici? La criminalizzazione degli ambulanti abusivi è la modalità efficace di contrasto della produzione e commercializzazione delle merci contraffatte e della connessa economia sommersa? La criminalizzazione dei piccoli laboratori o fabbrichette che producono tali merci è la modalità efficace di contrasto della produzione e commercializzazione delle merci contraffatte e della connessa economia sommersa? Chi è più esecrabile l’ambulante abusivo e il piccolo produttore di merci cosiddette contraffatte oppure le grandi firme che comprano da quest’ultimo trenta-quaranta volte meno di quanto vendono merci simili o addirittura del tutto identiche? (vedi fra l’altro le puntate di Report Rai3: Mercato del lusso, borse alta moda – Parte 1, https://www.youtube.com/watch?v=If8AgsSAdYY, Mercato del lusso, borse alta moda – Parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=9AYysfIRMmA).
Una storia vera ed emblematica: circa 20 anni fa a Milano, fu fatta una delle prime grandi operazioni contro gli ambulanti abusivi; il magistrato incaricato dell’indagine sentì dire a qualcuno: “caspita ma questa roba è identica a quella vera!”. Così decise di chiamare un perito per analizzare le merci sequestrate confrontandole a quelle vendute nei negozi di lusso di Milano. Il perito finì il suo lavoro con un risultato indiscutibile: “sono identiche”. Appena saputo di questo esito i marchi si sono fatti in quattro per bloccare tutto e comunque per evitare che i media ne parlassero. Intanto un maresciallo solerte si mise a investigare chiedendo la collaborazione agli ambulanti denunciati e quindi prosciolti per il reato di vendita di merci contraffatte. Risalì così non solo ai fornitori degli ambulanti ma sino alla “fonte”: una fabbrica della “Padania profonda”, la stessa che forniva i grandi marchi. Il titolare di questa si difese: “ma io devo produrre perché questi grandi signoroni mi pagano una miseria e vendo allo stesso prezzo a loro come a quelli che danno la roba ai senegalesi”.
Allora, si vuole risanare il mercato illecito di merci cosiddette contraffatte ?
Non sarebbe più efficace dare una sorta di patentino e bollini a pagamento del 10 o anche 20% sul prezzo che deve essere nel bollino e far pagare più tasse ai ‘signoroni’ dei grandi marchi? La domanda sarebbe quindi soddisfatta per via regolare e non minacciata di essere sanzionata e i venditori e produttori sarebbero invogliati a regolarizzarsi. Ma, ovviamente la regolarizzazione democratica delle economie sommerse non interessa né la destra, né le gerarchie della sinistra e tanto meno chi anche nei ranghi delle varie polizie gioca sempre a far carriera con “la caccia al negraccio” e prende anche soldi dai grandi marchi.
Allora Sindaco Doria cosa facciamo? Vuoi aspettare che la destra PD ti costringa a un rimpasto a suo favore? Perché non dici che piuttosto che pseudo grandi opere inutili e dannose serve la messa in sicurezza di un assetto urbano devastato da decenni di colate di cemento e che si tratta di salvare la vita e non di fare ‘erzellismi’? Non è questo il campo che è prioritario per la stessa vita della maggioranza dei tuoi cittadini e anche per creare lavoro? Non sarà mai un grillo americano a governare Genova, né la destra ‘opusdeiodorante’ e in affari con i simili della “sinistra”; il pericolo del colpo mortale sta in chi crede nella lobby militaro-poliziesca-industriale che non creerà mai posti di lavoro e costringerà sempre più giovani scappare.