Sabato scorso sono stato intervistato da Telenord sul futuro e ragione di essere del movimento del Primo marzo. In un momento storico nel quale essere esplicitamente avversi alle norme razziste vigenti è diventato un pericolo da scontare a livello personale, e mentre la solidarietà verso i discriminati è vista dal mondo della politica come una minaccia alla passiva accettazione delle regole, poter raccontare, anche se brevemente, il nostro punto di vista è un’occasione da non perdere.
Partito da Via Cantore, lungo la strada incontro tre ratti di fogna che, incuranti, dei nobili principi che levano la mia azione, mi mostrano il cammino. Penso ad una futura inchiesta su di loro se ci sarà il tempo.
Ricordo, prima del video, i punti sul quale il Comitato del Primo marzo di Genova vuole portare l’attenzione dell’opinione pubblica:
1) Riconoscimento della cittadinanza italiana a chi nasce in questo paese.
2) Allungare i tempi di durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione.
3) Abolizione del pacchetto sicurezza, abrogazione del reato di clandestinità, della Bossi Fini e chiusura dei CIE ex CPT.
4) Guerra al lavoro nero e senza diritti.
5) Diritti di voto amministrativo agli stranieri.