Fincantieri non si tocca.

Solo la farmacia, quella di turno, aperta in tutto il paese. Castellammare di Stabia. I negozianti chiusi in sostegno degli operai della Fincantieri. La questione centrale è una sola ed è chiara a tutti: il cantiere è Castellammare e Castellammare è il cantiere.

E non si può chiudere perché chiuderebbe la città. Fra operai e indotto si parla di 2000 famiglie.
Per le vie passano gli stabiesi in una quotidianità forzata perché la città è in fermento. Tutti aspettano gli operai e il corteo, dopo aver bloccato dalle sei di mattina la statale sorrentina, arriva scandendo: “Lavoro-lavoro-lavoro”.

Non gli toccare il cantiere agli operai. Gridano per il lavoro come si grida per l’aria. Disperazione, sgomento e voglia di prendere in mano i propri destini. Ai quali si sono accorti nessuno sembra tenere. Castellammare è il cantiere e il cantiere è Castellammare. Pasquale e Mario, padre e figlio, il primo pensionato Fincantieri e il secondo attualmente in cassa integrazione, raccontano che sta succedendo in questa città il cui stabilimento ha varato la più famosa nave scuola del mondo: l’Amerigo Vespucci.

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Chi è il clandestino?

Mentre il mondo della politica fibrilla per le elezioni amministrative e quello dei media lo puntella a ruota (ansimante per non perdersi ogni sfaccettatura della becera contrapposizione elettorale) nel cuore dell’Italia del nord est, nella città di Padova, si verifica in questi giorni un esempio di quanto la situazione degli immigrati tunisini sbarcati fra il primo gennaio del 2011 e il 5 aprile, (quelli che cioè hanno diritto al permesso di soggiorno per motivi umanitari) sia ben lontana da una soluzione civile, degna di un paese occidentale.

Circa una trentina di ragazzi tunisini fra i venti e i trenta anni con l’aiuto degli attivisti delle Brigate della solidarietà attiva,  hanno occupato una scuola, la ex Gabelli. Perchè?

E’ qui che comincia questa storia per capire chi sia il clandestino in questo paese delle elezioni permanenti. Leggi tutto “Chi è il clandestino?”

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Tessera del tifoso: cronaca di un fallimento. Di Giacomo Solano.

Concluso il campionato è arrivato il momento tirare le somme, a bocce ferme,  sulla Tessera del Tifoso. Dopo il primo approfondimento –Tessera del tifoso? Informazioni per l'(a)buso– ecco di seguito per gli appassionati e per i curiosi l’intervista all’ avvocato Giuseppe Milli, penalista, esperto in diritto sulla legislazione inerente agli stadi.
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La storia di Faouzi.

Fouazi. Questa è la sua storia.

La Tunisia

Mi chiamo Faouzi ho 28 anni e sono nato nel dicembre del 1982. Ho due genitori, sette fratelli e una sorella e sono io che mantengo la mia famiglia.

In Tunisia non si muore di fame. Con un euro compri tante cose, non come qui, però la situazione è pesante, la polizia terribile.

Io vengo da Kasserine nelle montagne. Ai piedi del monte Djebel Chambi e precisamente a circa 10 chilometri dal confine con l’Algeria. Sono muratore.

In Tunisia guadagno 1o dinari per una giornata di lavoro. I vostri 5 euro. Il problema è che un mese lavori dieci giorni, un mese venti, il mese dopo non lavori.

E sono io che mantengo la famiglia.

Mio fratello Nabil ha 30 anni, lui è medico. E’ laureato da 8 anni e sono 8 anni che sta a casa. Non lavora.  Non trova lavoro. In Tunisia ci sono troppi medici, la disoccupazione dei laureati è alle stelle. Certo se volesse pagare 20 mila dinari, lavorerebbe di sicuro. Corruzione e nepotismo assumono tutto l’anno. Leggi tutto “La storia di Faouzi.”

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