
Marco Fiori, suicida nel carcere di Pontedecimo.
Vigilia di Natale maledetta. Marco Fiori, 24 anni, si è suicidato nel carcere di Pontedecimo. Ennesima solitudine che cresce nella rabbia gelida di una famiglia che si interroga, ormai in ritardo, sulle proprie colpe, ennesima sconfitta di una società che nel pieno della propria crisi ignora che dietro le sbarre si consumino tragedie agghiaccianti di un’umanità rimossa.
Quando si parla di carcere e dei suoi spettri: suicidi, autolesionismo, aggressioni, psicofarmaci, ombre di quel che furono uomini, sagome di quel che furono giovani, è sempre imprudente sottovalutare l’opinione di chi in carcere non andrà mai, che per quel che interessa alla gente infatti, indaffarati a stringere nelle unghie uno scampolo di dignità, la vita di Marco era solo quella di un balordo che spaccia e rapina, niente che stimoli a compassione o empatia insomma, nessuna pietà. Leggi tutto “Marco Fiori, suicida nel carcere di Pontedecimo.”
La riforma tradita. Quanto è democratica la polizia italiana?
Il poliziotto è al servizio dei cittadini o è il servitore dello Stato? Nel paese delle riforme mai ottenute, delle riforme ottenute e mai applicate e delle riforme applicate ma a macchia di leopardo, chi sapeva che anche la Polizia di Stato nel lontano 1981 venne riformata?
Il Secolo 21 ne parla con Fabio Occhi segretario generale SILP CGIL della Liguria, che definisce la riforma della Polizia una riforma tradita. Leggi tutto “La riforma tradita. Quanto è democratica la polizia italiana?”
Città vecchia o vecchia città? Quanto ci costano alpini e videosorveglianza.
Quanto costa la sicurezza dei genovesi? La riflessione del Secolo 21 comincia da questa domanda.

Viviamo in una società vecchia e decadente, la cui conduzione seppur sgradevole, è inevitabilmente connessa alla composizione demografica del paese. Un paese guidato da vecchi è un paese che non ha le basi per aprirsi al futuro, ma ne ritarda il confronto, rimanda la vera analisi dei bisogni, perché un conto è avere una vita di fronte, un conto è averla già vissuta.
Le prospettive sono ovviamente differenti e si dividono fra chi ha la speranza di migliorare e chi ha la paura di peggiorare.
In questo contesto, l’Italia diventa l’ombra del paese gaudente e pieno di iniziativa che era e si trasforma nel paese dove il sospetto, la paura del prossimo e la certezza che il futuro riservi solo carte perdenti, si diffondono anche fra i giovani, i più disillusi, per i quali le cose andranno sempre come sono andate. Dead man walking. Leggi tutto “Città vecchia o vecchia città? Quanto ci costano alpini e videosorveglianza.”
Permesso a punti, Yara Gambirasio e la stazione di Genova Sampierdarena. Prossima fermata Italia.

Giovedì mattina, stazione Genova Sampierdarena. Dentro la sala d’aspetto del binario 5 i commenti di tre italiani sulla storia di Yara Gambirasio risuonano nell’ovatta di questa sala d’aspetto anonima, in una stazione anonima e trafficata dove, se ascolti con disattenzione mirata il prossimo, esce l’italiano che ti aspetti perché ben conosci: la donna che se ne lamenta accorata e sincera e l’uomo che la rintuzza con raziocinio:
“Io non è che sono razzista però sono troppi e adesso ci vorrebbe un governo più severo. Dovrebbero fare delle retate e i regolari vanno bene, ma i clandestini? Che poi vengono qui perché sanno che le nostre leggi non sono severe: c’è troppa libertà, c’è troppa violenza. Quello che ha ammazzato i 7 ciclisti vedrai che fra 2 o 3 mesi è di nuovo fuori in attesa di processo”.
La cronaca quotidiana sospinge gli italiani alle conclusioni.
Intanto, dall’altra parte, sulla carta, nei diritti, ma non del binario (solo partiti solitamente più presto alla mattina), sta il popolo degli immigrati, o come li chiamano anche, dei migranti, vezzo linguistico del ventunesimo sul ventesimo secolo. Leggi tutto “Permesso a punti, Yara Gambirasio e la stazione di Genova Sampierdarena. Prossima fermata Italia.”